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Corrente artistica Arte Informale

Cos’é L’Arte Informale

Corrente Arte Informale - Jean Dubuffet

Con il termine Arte informale si definisce una serie di esperienze artistiche, sviluppate in Europa, America e Giappone, caratterizzata dal rifiuto di qualsiasi forma, figurativa o astratta, costruita secondo canoni razionali, rapportabili alla tradizione culturale precedente.

Il termine informale fu coniato in Francia negli anni Cinquanta per indicare la tendenza verso un nuovo modo di creare immagini senza il ricorso alle forme riconoscibili, precedentemente usate, come il Cubismo e l’Espressionismo.

Ma già tra il 1910 e il 1945 pittori europei trasferiti a New York (Masson, Duchamp, Kandinskij, Mondrian ed Albers) stavano orientando in questo senso il gusto pittorico.

Le ragione dell’Arte Informale

Corrente Arte Informale - Hans Hartung

Le ragioni profonde di tale rifiuto derivano dal disagio degli artisti di fronte all’immane tragedia della seconda guerra mondiale e al disinteresse per l’umanità ed il suo mondo che ha permesso tale orrore.

Il rifiuto della “forma” era già un concetto dell’Arte Astratta,  dell’Action painting, del Tachisme, dell’Espressionismo astratto, più altri movimenti che ritraevano gli oggetti senza rispettarne le forme ed i colori, attingendo solo alla visione o immaginazione dell’artista, ma rimanendo pur sempre forme.

Gli artisti riconducibili a questa tendenza hanno dato origine a opere estremamente diversificate, ma spesso caratterizzate da libere pennellate e densi strati di colore, segni e metodi all’insegna dell’improvvisazione, in modo che l’evento artistico, svuotato da qualsiasi residuo valore formale, si esaurisca con l’atto stesso della sua creazione.

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Le correnti nell’Informale

Oggi s’individuano, nell’ambito dell’Informale, due correnti principali: l’informale gestuale e l’informale materico.
Corrente Arte Informale - Alberto Burri

A queste due tendenze devono essere aggiunti altri due segmenti: lo spazialismo e la pittura segnica.

Alcuni componenti della Corrente Informale realizzano una pittura d’azione in cui il colore è steso con gesto istintivo, quasi violento. Altri artisti inventano la pittura segnica, fatta di motivi e segni che si richiamano a caratteri di scritture inventate, altri ancora realizzano la pittura materica, eseguita con particolari impasti o accostamenti di materiali eterogenei.

L’Informale Gestuale – Action painting

Corrente Arte Informale - Emilio Scanavino

L’informale gestuale, definito anche “action painting”, proviene dagli Stati Uniti, e coincide di fatto con l’espressionismo astratto.

Suo maggior rappresentante è Jackson Pollock.

La sua tecnica pittorica consisteva nello spruzzare o far gocciolare i colori sulla tela senza alcun intervento manuale.

Le immagini così ottenute si presentano come un caotico intreccio di segni colorati, in cui non è possibile riconoscere alcuna forma.

I quadri informali sono pertanto la negazione di una conoscenza razionale della realtà e la rappresentazione di un universo caotico, unica testimonianza dell’essere e dell’agire.

In ciò si lega molto profondamente alle filosofie esistenzialistiche di Jean Paul Sartre, di Maurice Merieau Ponty ed Albert Camus, piene di pessimismo ed angoscia, testimonianti il vuoto di certezze e di fiducia nella ragione umana.

Il “Farsi” dell’Arte Informale

Corrente Arte Informale - Josef Albers

Nell’Informale di gesto il risultato che si ottiene è del tutto automatico: deriva da gesti compiuti secondo movenze in cui la gestualità parte dalla liberazione delle proprie energie interiori.

Nel “gesto” non v’è alcun momento cosciente, che cerchi di razionalizzare o spiegare ciò che proviene dall’inconscio.

Uno dei grandi fascini di quest’arte risiede proprio nel suo “farsi”. Da essa derivano tutte quelle esperienze successive, quali il comportamentismo, la body art o le performance, in cui il risultato estetico non risiede più nell’opera compiuta, ma solo nel vedere l’artista all’opera.

Tra i principali artisti americani dell’action painting ricordiamo, oltre a PollockWillem de Kooning e Franz Kline.

L’Informale materico

Corrente Arte Informale - Marcel Duchamp

L’Informale di materia è la tendenza che maggiormente si manifesta in Europa.

Con l’Arte Informale i pittori si appropriano della problematica del contrasto o prevalenza della materia sulla forma, che aveva già interessato Michelangelo.

L’Arte Informale Materica inizia nello stesso anno in cui Pollock inventa l’action painting: il 1943.

Protagonista è il pittore francese Jean Fautrier, che, rifacendosi alle esperienze del Cubismo sintetico di Picasso e Braque ed alle ricerche surrealiste di Max Ernst, inserisce nei suoi quadri materiali plastici che emergono dalla superficie del quadro.

In tal modo rompe il confine tra immagine bidimensionale e immagine plastica, proponendo opere che non sono più classificabili nelle tradizionali categorie di pittura o scultura.

I Materiali dell’Arte Informale materica

Corrente Arte Informale - Jackson Pollock

Agli intrinseci valori espressivi dei materiali si rivolgono alcuni artisti informali europei: tra essi emergono soprattutto il francese Jean Dubuffet, lo spagnolo Antoni Tà¡pies e l’italiano Alberto Burri (1915-1995).

Burri, in particolare, propone opere dalla singolare forza espressiva, ricorrendo a materiali poveri: legni bruciati, vecchi sacchi di juta, lamiere e plastica.

Dopo aver debuttato come pittore figurativo,  Burri passa attraverso l’astrattismo per approdare alla pittura Informale diventando una delle figure più rappresentative con Renato Birolli,  Mario Ballocco, Giuseppe Capogrossi, Ettore Colla, Emilio Vedova, Giuseppe Santomaso, Edmondo Bacci, ma soprattutto con Tancredi Parmeggiani.

Le opere più note di Alberto Burri sono le serie dei “Crateri”, delle “Ferite”, delle “Combustioni”, dei “Sacchi”, dei “Legni”, dei “Ferri” e delle “Plastiche”.

Arte informale e le scelte degli artisti

Corrente Arte Informale - Henri Michaux

Poiché le superfici rugose ed irregolari richiamano alla mente sensazioni di spiacevolezza o di conflitto, mentre le superfici morbide e levigate inducono più facilmente a sensazioni di dolcezza e di serenità, l’artista, nella sua scelta e in quella degli accostamenti tra materie diverse, esprime la propria energia creativa.

La materia si trova quindi in primo piano: un sacco, un rottame d’acciaio, un morbido pezzo di gomma, una fredda luce al neon, una scheggia di vetro, altro non sono che altrettanti atti artistici.

In questo senso l’arte diventa soprattutto scelta e questa nuova visione ne allarga il campo praticamente all’infinito.

Tutto può diventare arte, così come è possibile che nulla effettivamente lo sia.

Spazialismo

Corrente Arte Informale - Jean Fautrier

Lo Spazialismo è una corrente non uniforme, che ha come rappresentanti due artisti: il milanese Lucio Fontana e il russo (ma naturalizzato americano) Marc Rothko.

Le loro opere possono ricondursi all’Informale per la comune assenza di “forme”, ma la loro ricerca ha per fine risultati diversi da quella degli altri artisti informali.

Con le loro opere mirano a suggerire effetti spaziali del tutto inediti. Fontana ricorrendo a buchi e tagli prodotti nelle tele, Rothko ricorrendo alle stesure di colori secondo macchie di sottile variazione tonale.

Queste applicazioni nell’ambito pittorico hanno la capacità di suscitare atmosfere immateriali e non terrene, proponendo una nuova visione di spazi, oltre lo spazio naturalmente percepito.

Pittura segnica

Corrente Arte Informale - Robert Motherwell

La pittura segnica è un’altra versione dell’Arte Informale, anche se da questa si differenzia per la mancanza di un netto rifiuto della forma.

Nelle opere degli artisti che utilizzano la pittura segnica,la forma, benché non del tutto assente, tende a trasformarsi in “segno”, cioè in un elemento grafico che sia riconoscibile dal punto di vista formale, ma non nel suo contenuto.

Gli artisti che si esprimono attraverso la Pittura Segnica tendono a costruire nuovi alfabeti visivi, non concettuali, in cui è evidente la componente calligrafica.

Tra gli artisti più significativi di questa tendenza sono da citare l’italiano Giuseppe Capogrossi, il francese Georges Mathieu e i tedeschi Wols (pseudonimo di Wolfgang Schultze) e Hans Hartung.

Aer Brut

Corrente Arte Informale -  Wassili Kandinskij

Il pittore francese Jean Dubuffet(1901-1985), le cui opere principali sono: “Così vanno le cose” e “Les Mires”, conia il termine “Aer Brut” per definire la produzione artistica di persone prive di formazione, che vivono ai margini della società o sono internate in ospedali psichiatrici.

Gli autori di opere classificabili come aer brut, totalmente autodidatti ed estranei ai circuiti dell’arte tradizionale, utilizzano un linguaggio figurativo personale, esprimendo un mondo dell’immaginario del tutto individuale, sovente sconcertante e assimilabile all’arte Informale.

La Filosofia dell’Arte Informale

La gestualità insita nel tracciare il segno, nello stendere il colore, nell’incidere, graffiare, tagliare, ferire o bucare la materia, non risponde ad una volontà dell’artista di rappresentare alcunché, ma è l’opera che, ribaltando il vecchio rapporto, vuole essere “altro” dalla realtà che la circonda, vuole essere realtà indipendente essa stessa, testimone del fare e dell’essere dell’artista.

La materia appare quale realtà completamente autonoma, oggetto-soggetto di un’arte autosufficiente in sé, che si presenta in primo piano, eliminando qualsiasi rappresentazione che non sia quella di sé stessa in tutte le sue caratteristiche di fisicità spazio-temporale.

Willem de Kooning (1904-1991) è un altro grande interprete della stagione dell’Action Painting americana, che, nel gesto della mano che dipinge, rovescia sulla tela le energie interne, opera incidendo però su tracce di figure.

Corrente Arte Informale - Willem  de Kooning

Corrente Arte Informale - Franz Kline

Attraverso una tecnica aggressiva, il pittore si accanisce su frammenti di un corpo deformando,  sfigurando e rendendo irriconoscibile l’unica parte del reale che permane nelle sue opere.

Alcune opere famose dell’artista irlandese Willem de Kooning sono “Luce d’agosto”, 1946; “Donna I”, 1950-52; “Porta sul fiume”, 1960.

Altro esponente di rilievo della cerchia newyorchese è Franz Kline (1910-1962), che a partire dagli anni Cinquanta definisce il suo lavoro attraverso grandi sigle grafiche, realizzate con gesto ampio, tracciato a pieno braccio col segno pesante di una pennellata nera su fondo bianco (il bianco e nero per Kline “contano come se fossero colori”).

In tutte le poetiche del segno e del gesto, palesemente evidenti sono le caratteristiche di denuncia, di rifiuto e di protesta dell’artista.

La creazione di un nuovo alfabeto, di una nuova scrittura, di una nuova arte, che rifiuta il valore di ogni precedente conoscenza, dà vita alla “negazione del mondo”, una “iconografia del no” (Argan) ed una identificazione del segno con la propria sofferenza esistenziale di cui si fa diretta trascrizione.

Breve lista di artisti INFORMALI

Agathos, –
Archetti, Enzo
Auerbach, Frank
Barnils, Sergi
Basaldella, Afro
Birolli, Renato
Bongiovanni, Daniele
Brindisi, Remo
Capogrossi, Giuseppe
Celiberti, Giorgio
Mathieu, Georges
Mombelli, Eugenio
Perilli, Achille
Scanavino, Emilio

(puoi trovare la pagina dal box “cerca”)

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