Sestiere Castello, cosa vedere

Questo sestiere prende il nome da un castello di cui non reste alcuna traccia.

La visita inizia dal campo San Pietro dove sorge l'omonima chiesa opera di Andrea Palladio. Il campanile è di Mauro Codussi del 1488.

Il campo arredato con alberi e panchine è un angolo nascosto e molto tranquillo della città anche in piena stagione turistica.

Vicino a San Pietro si trovano i giardini dell'Esposizione internazionale d'arte della Biennale e poco più in là, attraversato un ponte, si giunge all'isola di Sant'Elena, polmone verde della città e quartiere moderno residenziale, molto apprezzato per la sua tranquillità. Qui sorge la chiesa gotica di Sant'Elena sul cui portale spicca il Monumento a Vittoria Cappello, splendida scultura di Antonio Rizzo.

Per gli appassionati del mare si suggerisce una visita al Museo Navale sulla riva dei Sette Martiri. Si trovano documenti interessanti e cimeli dell'arte navale.

Non lontano si erge maestoso l'Arsenale, fondato nel 1104. Questo vasto edificio fu ingrandito e decorato soprattutto durante il Rinascimento da architetti e artisti.

La Repubblica lo considerava come il suo centro militare così come San Marco era il centro del potere politico e religioso. All'epoca della Serenissima c'erano 3300 navi, oltre a più di 45 navi da guerra ciascuna con un equipaggio di 1000 uomini.

Dante Alighieri ricorda nei suoi versi nell'Inferno nel canto XXI l'attività infaticabile dei Veneziani.

L'Arsenale, cinto da lunghe mura e separato dal resto della città, quasi impenetrabile, doveva custodire i segreti di costruzione dei velieri affinché fossero leggeri e veloci in battaglia.

Anche gli operai erano tenuti al segreto e puniti se rivelavano la tecnica di costruzione.

Oggi appartiene al Ministero della Marina, ma molte parti sono visitabili e durante la Biennale molti spazi sono adibiti a esposizione d'arte o spettacoli di danza.

Un colonnato grandioso precede la chiesa di San Francesco della Vigna. La leggenda racconta che San Marco approdò qui durante una tempesta. Un angelo gli apparve e gli disse: "Pax tibi Marce evangelista meus" (Pace a te Marco mio Evangelista").

Per questo i Veneziani andarono a prendersi con l'inganno il corpo del Santo che era sepolto ad Alessandria d'Egitto dove morì, martire delle persecuzioni romane nel primo secolo dopo Cristo.


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La pianta della chiesa di San Francesco della Vigna è di Sansovino, ma la facciata, è di Andrea Palladio. All'interno ci sono opere importanti di Giovanni Bellini, Veronese e altri artisti, oltre a sculture dei fratelli Lombardo.

Non lontano da questa chiesa si trova la Scuola di San Giorgio degli Schiavoni (la parola scuola è usata a Venezia come sinonimo di confraternita). Qui si riunivano gli Schiavoni, cioè gli Slavi fedeli sudditi della Repubblica.

San Giorgio, San Trifone martire e San Girolamo erano i protettori della costa della Dalmazia (oggi Croazia). Vittore Carpaccio ha raccontato la loro vita fra il 1502 e il 1507, nelle splendide tele del pianoterra.

Non si conosce l'origine della parola "bràgora", secondo alcuni deriva dal greco "agorà" (piazza) secondo altri dal veneziano "bragolàr"(mercanteggiare).

La chiesa di San Giovanni in Bragora risale al 1475 e contiene dipinti interessanti. Sull'altare maggiore il Battesimo di Cristo, capolavoro di Cima da Conegliano e ai lati del presbiterio opere di Vivarini e ancora di Cima da Conegliano. In questa chiesa fu battezzato Antonio Vivaldi nel 1678, una targa lo ricorda.

Dal campo prospiciente la chiesa si accede alla Riva degli Schiavoni una delle più belle passeggiate di Venezia. Nel palazzo Molin, diventato poi caserma, abitò Francesco Petrarca.

Passeggiando sulla Riva degli Schiavoni si trova la chiesa della Pietà dove Antonio Vivaldi, il prete rosso così sopranominato, pare abbia composto "Le quattro stagioni".

All'interno il soffitto è dipinto ad affresco da Tiepolo e i quadri degli altari da alunni di Piazzetta.

Su un canale nei pressi si nota il campanile pendente della chiesa di San Giorgio dei Greci, nella quale le cerimonie sacre sono celebrate ancora oggi secondo il rito orientale.

Nella Scuola dei Greci sono esposte antiche icone e dipinti su fondo dorato di grandissimo interesse.

IL Bacino di San Marco è un vasto specchio d'acqua che si apre davanti ad architetture splendide. Vicino al monumento equestre di Vittorio Emanuele ci sono gli imbarcaderi dei vaporetti per la stazione, Piazzale Roma, il Lido e le isole di San Giorgio e della Giudecca.

Nel palazzo delle Prigioni accanto al palazzo ducale aveva sede la Magistratura che sorvegliava sulla moralità dei cittadini e che controllava soprattutto la vita notturna. Ci sono le prigioni collegate al palazzo ducale dal famoso ponte dei sospiri, costruito nel 1589 per permettere di recarsi dai tribunali del palazzo alle carceri.

L'isola di San Giorgio Maggiore con la grandiosa chiesa di Andrea Palladio è lo sfondo allo scenario senza pari che hanno riprodotto i pittori del mondo intero. All'interno della chiesa ci sono alcuni ammirevoli quadri di Tintoretto e di Carpaccio.

Un tempo a Natale le gondole illuminate si recavano a San Giorgio per celebrare una festa notturna.

Il vecchio convento di San Giorgio Maggiore è stato restaurato magnificamente ed è abitato dai monaci, ma è anche la sede della "Fondazione Giorgio Cini" che porta un contributo essenziale alla vita culturale di Venezia.

Un sottoportico, un tempo chiuso da un portone, conduce dalla Riva degli Schiavoni al Campo San Zaccaria.

Nella solitudine di questo campo a lato di un verde albero si scorge la facciata della chiesa di San Zaccaria, costruita nel 1880 da Mauro Codussi nello stile armonioso che impose per la prima volta a Venezia la luminosità e la sobrietà dell'architettura del Rinascimento.

L'origine della chiesa e del convento annesso si perde nella notte dei tempi in cui le monache cedettero il loro enorme orto affinché una grande piazza potesse essere aperta davanti alla basilica di San Marco. Un gruppo di artisti (Andrea del Castagno, Antonio Vivarini, Giovanni Bellini) hanno fatto di San Zaccaria una delle chiese veneziane più ricche di opere d'arte.

La storia del convento di San Zaccaria è piuttosto curiosa. In questo convento di clausura venivano accolte le figlie delle famiglie nobili consacrate alla verginità, non per libera scelta, ma costrette dalle rispettive famiglie, che non intendevano maritarle per questioni di dote. Le notizie degli scandali si diffondevano al di là dei due portoni che chiudevano il campo, ciononostante erano le stesse monache a cacciare i messi del vescovo che intendevano moralizzare le monache irrequiete e ribelli.


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Era quindi un convento molto ricco e legato al potere dei nobili veneziani. Infatti fin dal XIII secolo il Doge a Pasqua si recava in visita con i senatori e ambasciatori.

Veniva portato in processione come una reliquia il preziosissimo "corno ducale" che secondo un'antica leggenda sarebbe stato confezionato e donato al Doge dalla Madre badessa nell'874, copricapo ornato da 66 pietre preziose del valore di duecentomila ducati che veniva posto sul capo del Doge solo il giorno dell'incoronazione. E per questo è l'unica chiesa dotata di deambulatorio dietro all'altare per permettere il percorso della processione.

La chiesa di Santa Maria Formosa è opera di Mauro Codussi e prende il nome dall'apparizione da una bella vergine. All'altare della "Scuola dei Bombardieri" si vede il polittico di Palma il Vecchio intitolato "Santa Barbara", patrona dei vigili del fuoco, che è una delle immagini più celebri del XV secolo.

Questa chiesa era visitata tutti gli anni dal Doge in occasione della festa delle Marie. Prima dell'anno Mille i corsari arrivarono a Venezia e durante una festa portarono via le donne; ma furono ben presto raggiunti e vinti dai "casselleri" (fabbricanti di casse) che avevano la loro Scuola (confraternita) in questa chiesa. Nell'anniversario di questo avvenimento 12 fanciulle povere ricevevano una ricca dote dalla comunità.

Il campo Santa Maria Formosa è attorniato da bei palazzi.

La Fondazione Querini Stampalia, come quasi tutti i musei veneziani, è stata donata alla città da un mecenate, il conte Gerolamo Querini (1869).

Il museo si compone di belle sale della fine del XVIII secolo. Una celebre tela di Bellini "la presentazione al tempio", due ritratti di Palma il Vecchio, una serie di quadri del XVII e XVIII secolo sono interessanti da vedere.

Attraversando il campo Santa Marina si giunge al campo San Giovanni e Paolo. Attorno al campo, la cui grandiosità può essere paragonata a quella della piazza San Marco, si ergono due magnifici edifici: la chiesa di San Giovanni e Paolo e la Scuola Grande di San Marco.

La chiesa di San Giovanni e Paolo (dedicata ai due fratelli martiri del III secolo) appartiene ai monaci domenicani. Cominciata nel 1246 e ancora incompiuta, presenta l'aspetto caratteristico delle architetture gotiche veneziane.

Il portale mostra la ricchezza che avrebbe dovuto avere la facciata. L'interno a tre navate contiene i monumenti dei più celebri personaggi della storia di Venezia. Il polittico di San Vincenzo è un'opera giovanile di Giovanni Bellini. Sono da vedere pure i dipinti di Lorenzo Lotto e di Paolo Veronese e le vetrate di Bartolomeo Vivarini.

Il monumento del Doge Marcello è di Antonio Rizzo, il più grande scultore veneziano del XV secolo autore anche delle statue di Adamo ed Eva nel cortile interno di Palazzo Ducale.

La Scuola Grande di San Marco è oggi l'Ospedale Maggiore della città. Come un muro pompeiano questa architettura risponde ad un'esigenza assoluta di fasto decorativo, è l'esempio più notevole dello stile dei fratelli Lombardo.

In mezzo al campo si innalza il monumento a Bartolomeo Colleoni. Andrea del Verrocchio ha modellato con estremo vigore l'effigie del condottiero che aveva riportato molte vittorie e ricchezze alla città di Venezia. Accanto si può ammirare uno dei più bei pozzi del XV secolo.

Per più di mille anni Venezia ha preso l'acqua da questi pozzi. Se ne vedono dappertutto e mostrano qual era il senso della bellezza dei Veneziani anche verso oggetti di utilità pratica.



Foto del sestiere Castello

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Riva degli Schiavoni A01
Riva degli Schiavoni



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Riva degli Schiavoni



Giardini della Biennale 170
Giardini della Biennale


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Giardini della Biennale



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Sant'Elena



San Pietro 216
San Pietro



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San Pietro



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San Pietro


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San Pietro



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San Pietro



Ingresso arsenale 112
Ingresso arsenale



Ingresso arsenale 116
Ingresso arsenale



Arsenale 111
Arsenale



Arsenale 115
Arsenale


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Arsenale 113
Arsenale



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Arsenale



Torre dell'Arsenale 194
Torre dell'Arsenale



Mura dell'Arsenale 195
Mura dell'Arsenale



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Mura dell'Arsenale



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Mura dell'Arsenale



Campo san Zaccaria c00
Campo san Zaccaria



San Zaccaria 120
San Zaccaria



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San Zaccaria



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San Zaccaria



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Chiesa san Zaccaria



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San Zaccaria



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San Zaccaria



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Chiesa san Martino



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Campo santa Maria Formosa



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Chiesa santa Maria Formosa



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Campanile chiesa dei Greci



Chiesa s. m. della Pietà 110
Chiesa s. m. della Pietà



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Chiesa san Giovanni in Bragora



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San Giovanni e Paolo



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ex Scuola san Marco, oggi ospedale



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ex Scuola san Marco, oggi ospedale



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ex Scuola san Marco, oggi ospedale



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ex Scuola san Marco, oggi ospedale



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ex Scuola san Marco, oggi ospedale



Monumento a Bartolomeo Colleoni 847
Monumento a Bartolomeo Colleoni



Monumento a Bartolomeo Colleoni 840
Monumento a Bartolomeo Colleoni



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Campiello



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Campiello



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Campo Ruga



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Via Garibaldi



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Palazzo Malipiero



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