non chiamiamola arte

Riflessioni su espressioni artistiche moderne


Le qualità di una società si misurano anche attraverso la valutazione oggettiva del progresso nelle sue varie espressioni artistiche.

Anche la musica ovviamente è "arte", in quanto manifestazione creativa che scaturisce dalla fantasia umana.

E' così che siamo passati dai rulli di rozzi tamburi, alle musiche medievali, alle quali hanno fatto seguito le superbe melodie del Settecento, per poi evolversi in concerti e opere liriche dell'Ottocento.

Da Beethoven, Mozart, Chopin, Rachmaninov, Musorgskij, Verdi (solo per citarne alcuni), fino ad arrivare ad espressioni modernissime come quelle dei Pink Floyd e di tanti altri complessi o solisti di grande qualità, ovviamente.

non chiamiamola arte Beethoven contro rap

Una crescita che ha raggiunto i vertici d'espressione e che poi s'è evoluta anche in vari rivoli stilistici che abbracciano il blues, il jazz, il country, variando su melodie celtiche e irlandesi o greche e via dicendo, per poi disperdersi in mille rivoli di canzoni e stili musicali diversissimi tra loro, ma tutti con una loro personalità e qualità.

La musica che fa sognare, che libera la mente, che scatena la fantasia.

Comprendendo in queste varianti anche le semplici canzoni del Ventesimo secolo, che pur non avendo nulla di meglio delle grandi intramontabili melodie del passato, hanno comunque arricchito le nostre esperienze musicali ed allietato le nostre giornate.


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Stessa cosa, ovviamente, nell'arte figurativa.

Dai primi graffiti alle opere gigantesche del medioevo, del Rinascimento, del Barocco, e via verso l'arte diramata nelle sue nuove svariate forme che chiamiamo "correnti artistiche".

In tutto questo percorso evolutivo, ricchissimo, alla fine si giunge al Ventunesimo secolo, e cosa ci ritroviamo?

Scopriamo che espressioni pseudo musicali provenienti dai bassifondi americani hanno invaso il pianeta.

Non è più blues o jazz o gospel, ma è un crollo totale di contenuti, sia per quanto riguarda l'espressione musicale che per l'eventuale contenuto canoro.

Mi riferisco al precipizio del Rap e del Trap, buoni ultimi esemplari di degenerazione, tanto per capirci.

Se osserviamo attentamente queste produzioni possiamo notare, senza possibilità di smentita, alcune particolarità in comune:
- ritmo musicale ripetitivo senza alcuna costruzione melodica che faccia distinguere un brano da un altro
- giovani cantanti vestiti in modo trasandato o addirittura osceno e col corpo imbrattato da tatuaggi e piercing che ne stanno ad indicare l'assoluta mancanza di rispetto persino verso la spontanea bellezza del proprio fisico
- nessuna capacità canora, ma solo parole monotonamente ripetute in una nenia impressionante
- temi che girano sempre attorno a droga, alcol, spaccio, rancore, volgarità, scontento e spregiudicatezza
- a questo si aggiunga l'assoluta incapacità di rispettare la pronuncia della propria lingua (mi riferisco all'italiano, in particolare), con parole dagli accenti o toni sbagliati, all'opposto di quanto si insegna in una qualsiasi scuola di recitazione, o s'impara da genitori con un minimo di cultura
- in sintesi: litanie prive di qualsiasi originalità creativa!

Questo genere di "musica" anche da un punto di vista formativo-educativo è immorale.

Stessa cosa in molte espressioni artistiche figurative recenti o attuali, che non avendo più nulla da esprimere in modo originale e positivamente innovativo, si sono inventati scarabocchi, tagli di tele, schizzi e imbrattamenti casuali, chiamandola "nuova arte". Non contenti di violentare la semplice tela il fenomeno si è poi espanso verso qualsiasi superficie che si offrisse ai loro occhi. Mi riferisco ovviamente all'imbrattamento di muri, mezzi di trasporto, monumenti ed altro.

non chiamiamola arte dipinti contro graffiti

Senza nulla togliere a veri artisti che comunque anche in questi modi scorretti di violare spazi pubblici sanno esprimere opere grafiche di tutto rispetto, anche se piazzate nei posti sbagliati e che quindi omologano la profanazione anche da parte di chi di artistico non ha un accidenti..

In sintesi, storicamente questi fenomeni hanno una sola definizione in comune: "degenerazione".

Non c'è però da stupirsi di questo.

Prove statistiche inconfutabili dimostrano come negli ultimi decenni si sia manifestato un globale calo del quoziente d'intelligenza. Ed io aggiungerei anche della cultura.

In pratica la nostra bella società, corrotta dal bieco consumismo, dall'indifferenza per gli inquinamenti ed il saccheggio dei beni naturali, sommati all'artificiale vita stipata in mega metropoli allucinanti quanto inquinate in tutti i modi possibili, con i giovani incollati al cellulare, sordi persino ai suoni oltre che alla vista, date le irrinunciabili cuffie negli orecchi e gli occhi al piccolo schermo tra le mani, non poteva esprimersi diversamente.

L'arte è lo specchio del costume e del modo di vivere di una società.

Le innovazioni sono introdotte e trainate dai giovani, che, in una società complessa e competitiva si sentono facilmente inadeguati, dunque sono vittime e non promotori. Vittime delle case discografiche, degli schizzi sui muri, o del personaggio social che va per la maggiore e che trae grandi benefici economici spacciando per "musica" o "opera d'arte" o "idee geniali" dei rumori assordanti o delle tele sporche o delle esibizioni semplicemente cretine.

I giovani in questo tipo di società sono inermi. La femmina pensa "Non sono bella come la società mi chiede d'essere" e dall'altra parte il maschio a sua volta è vittima del suo istinto, pensando "non sono forte come dovrei per battere tutti i miei concorrenti".

"Per piacere devo gonfiarmi e spogliarmi" (se femmina), oppure, se maschio, "devo unirmi ad una baby gang e fare prodezze pericolosissime".

Vinco i miei complessi d'inferiorità e inadeguatezza tuffandomi nel rumore assordante e monotono, ubriacandomi o dandomi ai conforti di droghe leggere per finire in quelle pesanti e dalle quali non c'è via di scampo.

Che tristezza!

I giovani non hanno colpa.

Le colpe sono tutte di noi adulti che assistiamo impassibili o che addirittura imitiamo i giovani e ne difendiamo le loro fragilità, che noi abbiamo provocato, (o addirittura la sfruttiamo) !

Per questo concludo dicendo che l'Arte è quasi morta, salvo le solite inevitabili eccezioni, naturalmente, e la speranza che il futuro ci riservi improbabili reazioni contrarie, per il ritorno o l'avanzamento verso una società sostenibile, dignitosa, elegante, altruista, serena e che sappia esprimere nuove forme d'arte degne di questo nome e passabili alla storia.

Forse una ripassatina al grande tema della Bellezza espresso in questo articolo potrebbe far bene.

Autore: Enrico Riccardo Spelta

(Marzo 2021)


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