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Basta crescita, basta illusioni, bisogna rilocalizzare il lavoro e tutti i servizi

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Europa? Quale Europa?

Ci sono Comuni in Italia di pochi chilometri quadrati che sono gestiti in modo vergognoso, senza alcun buonsenso e capacità... possiamo davvero illuderci che alcune teste (non ho detto di cavolo)...(ma l'ho pensato!) possano governare saggiamente l'intero continente?

La Germania -inconsciamente- gioca ancora a fare il terzo Reich?
E' inevitabile, era prevedibile.

La grandeur francese riposta nel cassetto per il bene comune Europeo? Ma scherziamo?

E l'Inghilterra? Già nella comunità c'è entrata con un solo piede e dopo pochi anni ha già dato forfait, figuriamoci poi se le interessa essere coinvolta e costretta da leggi continentali a fare ciò che non le piace o non le interessa o che in parte la danneggerebbe.

Anche loro hanno ancora in mente il loro vecchio caro impero e tanta nostalgia per il Commonwealth e le care colonie.
Ed infatti nel 2016, come volevasi dimostrare, hanno pensato bene di uscire dalla Unione Europea. Brexit docet.

Vado avanti?
Parliamo d'Italia? Ma noi ci sentiamo uniti? Calabresi e Veneti? Napoletani e valdostani? Liguri ed emiliani?
Quante differenze di stili di vita, di opinioni, di comportamenti! Basta guardare cosa costa una siringa in Lombardia e quanto in Sicilia per capire che non siamo molto amalgamati in una unica patria!

E così via fino a pensare ai greci, che politicamente ed economicamente ne hanno fatte di cotte e di crude.

Le colpe non sono mai dei popoli, però, ma sempre dei disgraziati che si sono fatti eleggere e che sono al soldo dei grandi poteri. E se non proprio al soldo, ne sono comunque fortemente condizionati o che comunque sono incapaci di prendere decisioni importanti, quelle che avrebbero fatto di un continente anarchico un continente veramente unito.

Devo dunque pensare che questa società sia diventata troppo complessa per essere gestita da essere umani (spesso incompetenti)?

Dobbiamo dunque ritornare ad una struttura più semplice, se vogliamo lasciare un futuro vivibile ai nostri nipoti?

Allora non illudiamoci. Niente Europa, non abbiamo nulla da spartire, ognuno si tenga stretta la sua lingua, le sue leggi, le sue usanze, i suoi confini, le sue fabbriche, le sue tasse... ma soprattutto le sue banche.

Ci stanno costringendo a consumare cioccolato senza cacao, vino senza uva e formaggio senza latte. Non raccogliamo gli splendidi agrumi siciliani per mangiare quelli che arrivano dal Sud America. Questa Europa non sa proteggere i suoi cittadini, i suoi prodotti, il suo lavoro, la sua cultura. Come non lo sa più fare neppure la nostra Italia. Quale patria? Per cosa hanno combattuto i nostri nonni?

Ci hanno svenduti alla sottocultura americana del profitto ed a quella cinese del lavoro schiavistico, mentre gli arabi si stanno comprando mezza Milano!

Quanto incide il chilometraggio sulla merce? E' stata almeno pensata dalla Comunità Europea una eco tassa per chilometro? Ma scherziamo?!

Questa tassa, invece, farebbe almeno giustizia contro le speculazioni che portano nei nostri mercati una testa d'aglio che ha percorso migliaia di chilometri, inquinando e consumando carburanti preziosi.

Se restiamo fermi ancora per qualche anno alla sola comunità del denaro siamo finiti come continente e storia.

L'Europa sta già diventando da un pezzo un prolungamento dell'Africa, proprietà araba e lavoro monopolizzato da cinesi.

Ve le ricordate le trattorie toscane? Con quella buona cucina? Ora sono cinesi o giapponesi! E gli italiani a cosa si sono dedicati di contro? A fare i disoccupati?

Occorrerebbe un piano audace che serva a unificare la maggior parte delle leggi, prendendo quelle che risultino le migliori dai vari paesi che la compongono. Leggi uguali, tasse uguali, assistenza uguale, istruzione agli stessi livelli (e tanta meritocrazia), un unico esercito non legato a nessun altro paese o continente, stesse tariffe per i servizi di distribuzione gas/luce/acqua/rifiuti, ecc. ecc.

Questa sarebbe "Europa"! Non il biglietto dell'Euro!

Ma pensate che i politici siano in grado di mettere sul tavolo in tempi relativamente brevi un simile progetto? Io ne dubito assai!

Per questo sono convinto che in alternativa si debba pensare che si difenderebbe meglio una località ristretta che cerchi di produrre nel suo territorio almeno tutti i beni di prima necessità. Si darebbe dignitoso lavoro all'agricoltura, al piccolo artigianato ed alle produzioni e servizi veramente utili o indispensabili...dando occupazione ai residenti.

Le produzioni locali sono sicuramente più mirate alla domanda, mentre le multinazionali creano loro stesse una falsa domanda per piazzare le loro merci. Ci succhiano lavoro e denaro, che corre verso altri continenti, facendoci pagare prodotti scadenti o tossici.

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L'unica via d'uscita che vedo per le prossime generazioni è dunque la soluzione B, ovvero quella che si può chiamare RILOCALIZZAZIONE.

Solo in questo modo i cittadini potrebbero gestire e controllare il loro territorio, orientandone lo sviluppo in funzione delle proprie esigenze. A partire anche da piccole centrali autonome di produzione elettrica locale (cosa proibita in Italia).

Tutto sotto controllo, insomma. E si risparmierebbero un sacco di soldi che ci costa tutta quella massa di gente che si occupa di Comunità Europea e che siede al parlamento Europeo.

E visto che i politici spesso (sempre?) pensano ai loro interessi dedicando poco tempo (zero?) ai problemi per cui sono stati eletti, il fatto di averli come vicini di casa magari ci aiuterebbe a identificarli meglio e condizionarne le azioni più verso gli interessi dell'intera comunità piuttosto che solamente dei loro.

L'argomento viene trattato in modo più ampio nelle pagine della Riforma politica globale

Autore: Enrico Riccardo Spelta

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