I periodi e gli stili di Picasso pag. 3

Quante sono le opere di Picasso?

Pablo Picasso ha dipinto, nella sua lunga vita, più di 120mila opere tra oli, tempere, schizzi disegni e oggetti decorati personalmente o ceramiche. E' certamente una stima approssimativa, che si basa però su dati fondamentali come il numero delle opere conservate dall'artista nelle proprie case, la circolazione di mercato e su una valutazione dell'impegno produttivo annuale.


I periodi artistici del Maestro

Realismo Spagnolo (fino al 1901)
Periodo Blu (1901 - 1904);
Periodo Rosa (1904 - 1906);
Arte negra (1906 - 1907);
Cubismo (dal 1907);
i Papiers collés (dal 1912)
Periodo Neoclassico (dal 1917)

Premessa

Fotografia di Pablo Picasso La suddivisione in periodi artistici delle opere di Picasso non può essere netta anche se in questa rassegna abbiamo voluto darne comunque un'indicazione, su cui però non si deve fare completo affidamento.

Picasso ha dimostrato d'essere un artista poliedrico, capace d'affrontare la pittura applicando quasi tutti gli stili vecchi e nuovi e non sempre in perfetta sequenza cronologica.

Per questo motivo abbiamo preferito mantenere una completa sequenza cronologica delle sue opere, indicando grossolanamente i periodi che ne hanno evidenziato gli stili e le correnti a cui di volta in volta ha partecipato.

Realismo Spagnolo (fino al 1901)

Nel 1897 Picasso si lega all'ambiente artistico e letterario del cabaret Els Quatre Gats e inizia a svolgere attività di illustratore per alcune riviste.

Dopo un primo viaggio a Parigi, l'artista conduce le sue prime e positive esperienze artistiche operando nel filone del realismo spagnolo.


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Il Periodo blu

Dopo un secondo soggiorno a Parigi le opere dell'artista si ispirano ad aspetti della condizione umana, alla cui resa drammatica contribuiscono ricordi di Spagna e l'essenzialità di visione di H. Toulose Lautrec.

Egli ricorre all'uso di una contenuta monocromia azzurra che ben si adatta alle sue dolorose e malinconiche immagini e che caratterizza quello che è definito il "periodo blu", protrattosi fino alla primavera del 1904. In questo periodo crea rilevanti opere tra cui: "Il ritratto di Jaime Sabartés"; "Bevitrice d'assenzio"; "Il vecchio ebreo"; e "Il vecchio chitarrista cieco".

Il mondo del circo

Nella primavera del 1904 l'artista lascia la Spagna per trasferirsi definitivamente a Parigi, dove trova studio presso P. Durio a Montmartre, nell'edificio divenuto poi famoso come Bateau lavoir e dove fu attivo uno dei primi gruppi del cubismo.

Il mondo del circo è tema ricorrente della maggior parte delle opere di quegli anni, realizzate con quel morbido colore di incarnato che caratterizza tra il 1905 e il 1906 il "periodo rosa". Due opere del suddetto periodo sono: "La famiglia di acrobati" e "La toilette".

Le sculture di Picasso

In Olanda a Schooridam nell'estate del 1905, maturano i presupposti della prima autentica prova scultorea di Picasso: "Il buffone". Numerosi i dipinti di questo periodo, tra cui "I saltimbanchi" e la "Fillette à la boule". La medesima concezione di ricerca di risalto appare documentata nelle opere grafiche di questo periodo. Durante il soggiorno in Spagna Picasso è il più sensibile a sollecitazioni della primitiva scultura iberica: ne fa fede la concisa e plastica immagine del "Ritratto di Gertrude Stein".

Picasso e il cubismo

Nel 1907, anno d'incontro con D.H. Kahnweiler, G. Braque e A. Derain, l'artista realizza "Les demoiselles d'Avignon".

Esso nasce nell'anno in cui si tiene a Parigi la grande retrospettiva di P. Cézanne, la cui opera segna il punto di partenza del nascente cubismo.

Con G. Braque Picasso ricerca la soluzione al problema della terza dimensione e le tappe di questa ricerca sono segnate nella resa volumetrica dei geometrici e sfaccettati paesaggi eseguiti da Picasso nell'estate del 1908 a La Rue des Bois.

I primi e autentici paesaggi cubisti dell'iniziale fase analitica, sono quelli eseguiti da Picasso nell'estate del 1909 a Horta de Hebro.

Negli anni 1911-12 l'artista nel suo soggiorno a Céret ha il momento di maggiore contatto con la pittura di G. Braque, che di quel movimento è il teorico più convinto.
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