Io no
Io No
Titolo originale: Io no
Nazione: Italia
Anno: 2003
Genere:
Commedia
Regista: Simona Izzo, Ricky Tognazzi
Cast: Gianmarco Tognazzi, Myriam Catania, Francesco Venditti,
Ines Sastre
Produzione: Massimo Ferrero
Distribuzione: 20th Century Fox
Data di uscita: 31 Ottobre 2003 (cinema)
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Trama
Il film racconta le vicende familiari e sentimentali di due fratelli: Flavio e Francesco.
Flavio prosegue l'attività di albergatore del
padre, ha una bellissima moglie, Laura e due figli.
Francesco, il minore, è invece uno scapestrato, lascia al fratello la conduzione dell'azienda famigliare, vive di notte ed è totalmente incapace di organizzare la propria vita.
Tutto questo finché non incontra Elisa...
Commento
"averne"...è la prima parola che mi viene in mente, dopo avere visto questo film.
Averne di film così!
Una produzione italiana di una commedia italiana, con attori italiani che parlano e si muovono come noi parliamo e ci muoviamo, con registi (la coppia Izzo-Tognazzi) equilibrati e sensibili.
La storia è tratta dal romanzo "Io no" di Lorenzo Licalzi.
I romanzi sono sempre un'altra storia, li leggiamo e li viviamo in modo più interiore, più personale, non vincolati dalle immagini ineludibili delle scene e degli attori imposti
Per questo non mi piace fare paragoni, non hanno senso.

Prendo il film per quello che mi ha dato: un coinvolgimento sentimentale tra quattro persone con tutti gli intrecci e le combinazioni possibili.
I due fratelli sono legati da profondo affetto; uno (Flavio) apparentemente spavaldo e sicuro di sè.
L'altro (Francesco) apparentemente perso nella solitudine di una vita troppo facile da spendere senza fatica e senza motivazioni profonde.
Le due donne, legate da una sincera amicizia e che amano ed hanno amato gli stessi uomini.
Una buona trama, dunque, su cui costruire una storia.
E il film a mio parere ci riesce benissimo, coinvolgendo nel dialogo, nel tema e nelle azioni.
Poi, come molti hanno criticato, la storia prende una piega che la porta a virare da commedia a dramma.
Che c'è di male?
La vita è fatta di momenti "leggeri" e di tragedie incombenti.
Tutta la vita finisce inesorabilmente in tragedia, o no?
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E allora non mi ha dato fastidio l'ultimo pezzo del film.
L'ho accettato per buono, per credibile.
Forse gli attori sono stati messi a dura prova dal ruolo più drammatico, ma non m'è parsa assolutamente una cattiva recitazione, anzi.
Ecco, ho voluto scrivere su un film che probabilmente passerà quasi inosservato, che sicuramente non farà il giro del mondo, ma che ho sentito come storia della nostra cultura e non come prodotto super confezionato dalle mega produzioni americane, di cui salvo molto poco.
Se vi piace questo genere ve ne consiglio la visione.
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