Destinare il TFR alla pensione anticipata potrebbe essere una buona soluzione? Pro e contro della proposta.
Considerando l’imminente aumento di 3 mesi dell’età pensionabile e la riduzione degli assegni previdenziali, in molti si chiedono se sia opportuno provvedere con forme di pensione integrativa. In questo modo, infatti, si avrebbe a disposizione una rendita aggiuntiva che si sommerebbe alla prestazione ordinaria.
Lo scopo della previdenza integrativa, infatti, sarebbe proprio quello di garantire uno stile di vita simile a quello avuto durante il periodo lavorativo. Per incentivare il ricorso a questo strumento, il Governo potrebbe introdurre la possibilità di usare il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) per l’integrazione del requisito contributivo per la pensione anticipata. Ma si tratta della scelta più conveniente?
Quando si parla di pensione integrativa, spesso si citano solo i vantaggi economici della rendita. Si ignora, però, che l’adesione a tale sistema comporta dei costi, che possono anche essere abbastanza elevati. Prima di aderire a un fondo pensione, dunque, sarebbe sempre opportuno valutare la propria situazione e le proprie esigenze e capire l’impatto fiscale.
A sollevare questi dubbi è stato anche Beppe Scienza, professore di matematica presso l’Università di Torino, che ha cercato di fare luce sulla convenienza della pensione supplementare, basandosi su dati numerici. Durante il convegno “I vantaggi fiscali dei fondi pensione alla prova dei numeri“, che si è tenuto presso il Dipartimento di Matematica dell’Università di Torino, è stata analizzato l’incremento annuo della redditività del fondo pensione. Dallo studio è emerso che, per un lavoratore di 30 anni che percepisce uno stipendio medio-basso, il vantaggio sarebbe di appena lo 0,2% annuo.
In tal caso, dunque, i costi sostenuti non sarebbero giustificati da un corrispondente guadagno. Si tratterebbe di un’agevolazione solo apparente, visto che le spese per i fondi pensione si aggirano intorno allo 0,4% per quelli chiusi, all’1,2% per quelli aperti e all’1,8 per i PIP. Queste informazioni sono quelle scaturenti dall’Indicatore Sintetico dei Costi (ICS), diffuse dall’organo di vigilanza (Covip). Per ottenere vantaggi, converrebbe aderire alla previdenza integrativa solo qualche anno prima del pensionamento, non all’inizio della carriera lavorativa. Un dato rilevante da considerare, tuttavia, è la tipologia di fondo pensione, perché, quelli azionari, ad esempio, potrebbero anche integrare totalmente lo stipendio. Si tratta, però, di strumenti che presentano un profilo di rischio molto elevato.
Alla luce anche dell’andamento dell’inflazione, utilizzare il TFR per la pensione complementare potrebbe, invece, determinare delle perdite intorno al 77-80%. Ma l’obiettivo della rendita integrativa non dovrebbe essere la massimizzazione dei rendimenti attesi, bensì la garanzia di una maggiore sicurezza. Alla luce di tali considerazioni, per il professore Scienza, potrebbe essere più conveniente tenere il TFR.
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