Il TFR si ottiene alla cessazione del rapporto di lavoro ed è calcolato sulla base degli anni lavorati. Ma cosa succede se si usufruisce del congedo straordinario di due anni?
Il congedo di due anni permette di assistere il familiare con disabilità grave (ai sensi della legge 104 art. 3 comma 3) percependo una retribuzione uguale allo stipendio mensile.
Il congedo può essere richiesto anche frazionato in giorni e può essere richiesto una sola volta nell’intera vita lavorativa.
Il rateo del TFR matura ogni mese in base alla prestazione di lavoro prestato, nel caso il dipendente usufruisca del congedo straordinario di due anni per legge 104, il rateo TFR non matura per il periodo in assenza di lavoro.
Oltre al rateo del TFR non maturano nemmeno le ferie. Pertanto, si percepisce alla fine della carriera lavorativa un importo più basso di quello che si aspettava.
Un altro aspetto da considerare riguarda i contributi utili per la pensione, il lavoratore in congedo ha diritto al versamento da parte dell’INPS dei contributi figurativi, utili ai fini del calcolo e della misura per la pensione. Quindi, il congedo non penalizza la pensione, ma potrebbe ridurre l’importo nel caso di stipendi alti.
L’INPS ogni anno pubblica i massimali da considerare per il congedo straordinario legge 104, e riguardano lo stipendio e i contributi, se un lavoratore percepisce uno stipendio più alto del massimale, anche i contributi versati saranno inferiori. Di conseguenza si otterrà una riduzione dell’importo finale sull’assegno mensile INPS.
Il massimale per il congedo straordinario 2025: l’importo massimo annuale della retribuzione è pari a 57.038,00 euro, mentre quello mensile è di 3.827,03 euro (circolare INPS numero 26 del 30 gennaio 2025).
Pertanto, per i lavoratori che rientrano nel massimale INPS pubblicato ogni anno attraverso circolare, non perdono nulla, percepiranno la pensione come se avessero effettivamente lavorato, anche ai fini contributivi. Il problema si manifesta solo per coloro che percepiscono stipendi molto alti e non entrano nel massimale annuale INPS, ma comunque la penalizzazione si effettua sulla differenza tra il massimale e lo stipendio percepito, anche ai fini contributivi.In alcuni casi questa differenza è minima.
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