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Solimena Francesco

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Biografia e vita di Solimena Francesco (Italia 1657-1748)

Il pittore barocco napoletano Francesco Solimena, noto come l’Abate Ciccio, nasce a Canale di Serino nel 1657.

Inizialmente collabora con il padre Angelo, pittore di tradizione naturalistica, poi nel 1674 si trasferisce a Napoli dove conosce la pittura di Lanfranco, di Luca Giordano e di Mattia Preti.

Tra il 1675 e il 1680 Solimena realizza in collaborazione con il padre opere tra le quali il Paradiso nel duomo di Nocera e la Visione di S. Cirillo d’Alessandria nella chiesa di San Domenico a Sofra.

Nel 1680 dipinge gli affreschi di San Giorgio a Salerno e le tele di San Nicola alla CaritĂ  a Napoli, affreschi rappresentanti le VirtĂą, che si trovano nella sacrestia di San Paolo Maggiore, tutte opere di gusto barocco romano misto alla tradizione pittorica napoletana.

Proprio dal 1680, Francesco Solimena si appropria della sperimentazione cromatica di Luca Giordano, allievo di José de Ribera, che aveva assimilato le esperienze pittoriche più diverse dell’Italia del momento e ha permesso la fioritura della pittura barocca-napoletana.

Francesco Solimena risulta essere il suo erede e ha tramandato questo stile ai suoi allievi Corrado Giaquinto, Sebastiano Conca e Nicola Maria Rossi.

Nello stesso tempo il pittore è alla ricerca di uno stile pittorico nuovo volto all’elevazione della forma e ad un maggiore equilibrio compositivo, opere come La cacciata di Eliodoro dal tempio a Napoli nella chiesa del Gesù Nuovo e gli affreschi della cappella di San Filippo Neri, nella chiesa dei Gerolamini (a Napoli) ne sono un chiaro esempio.

Dal 1690 Solimena torna agli esempi di vigorosa ed espressiva pittura barocca di Mattia Preti con l’introduzione a Napoli, all’inizio del Settecento, di un periodo di maggiore interesse artistico: il rococò, quale esaurimento del Barocco.

Nel primo Settecento, si rivolge a grandi solenni composizioni, soggetti sacri e profani.

Dal 1730, circa, ritorna al suo entusiasmo giovanile, con una pittura più barocca, caratterizzata da uno stile classico barocco, governato quindi da un’inquietante “intensità visiva”.

L’ultimo periodo dell’artista è infatti caratterizzato da una ripresa proprio dello stile barocco, in controtendenza rispetto all’evoluzione delle correnti pittoriche del tempo.

Realizza così molti dipinti destinati ai Borbone, come Carlo alla battaglia di Gaeta del 1734, Allegoria delle parti del mondo del 1738, entrambi a Palazzo Reale di Napoli.

Solimena è maestro dei maggiori esponenti dell’architettura napoletana, prima dell’avvento di Luigi Vanvitelli e di Ferdinando Fuga. Architetto egli stesso, ha come discepoli Sanfelice, Nauclerio e Vaccaro.

I numerosi pittori della scuola del Solimena, pur essendo dotati di sufficiente abilità pittorica non furono mai in grado di lavorare variando gli schemi compositivi e decorativi che l’artista aveva fissati.

Francesco Solimena muore a Barra (Napoli) nel 1747.

R.D.V.

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