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Immagini di anitre, papere

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(F1)

Curiosità sulle anitre

Perché le anatre galleggiano?

Le anitre nuotano e stanno a galla senza sforzo anche se il loro corpo è più pesante dell'acqua.

Le penne hanno piccole protuberanze, chiamate barbule, che si agganciano tra loro e intrappolano aria tra le penne. Inoltre all'interno del corpo, ci sono delle sacche aeree, collegate ai polmoni, che trattengono altra aria. E' tutta quest'aria a far sì che l'anatra possa galleggiare oppure, se parzialmente scaricata dalle sacche, le consente di immergersi alla ricerca di cibo. La anatre trascorrono molto tempo a sistemarsi le penne con il becco, e a ungerle con una sostanza oleosa, secreta da una ghiandola vicina alla coda, in modo da renderle impermeabili.

Perché si dice essere un'oca giuliva?

Si dice: sei un'oca giuliva quando non si vuole certamente fare un complimento ad una donna, ma anzi, si vuole mettere in risalto il suo essere sciocca e, ancora peggio, il compiacersi di esserlo!

L'oca è un animale che non ha un'andatura elegante ma è goffa nei movimenti, quasi sgraziata; c'è anche da dire che si ritiene che non sia nemmeno molto intelligente infatti si suole dire stupido/a come un'oca. L'aggettivo "giuliva" denota il compiacimento per tutto ciò.

Quindi, una persona ritenuta non molto intelligente che risulta quasi ridicola e che è contenta per questo, è un' oca giuliva.

Storia del gioco dell'oca

Il gioco dell'oca inteso come gioco con il percorso a spirale e le decorazioni tipiche, risale alla seconda metà del XVI secolo. Nel 1580 Ferdinando I De' Medici fece dono del nuovo giuoco dell'oca a Filippo II Re di Spagna, il quale ne rimase affascinato. Le caselle della versione di De' Medici erano decorate con simboli che in parte sono rimasti nella tradizione: due dadi, un teschio, una coda, un ponte, un labirinto o un'oca. Il giuoco dell'oca era forse derivato da un gioco cinese Shing Kunt t'o dove il tabellone era costituito da 99 caselle numerate disposte a spirale.

Perché si dice "ho fatto una papera";?

Confondersi nel parlare, scambiare una parola o una lettera per un’altra. Il verbo impaperarsi si confronta con altri simili: ingarbugliarsi, impapocchiare, impappinarsi ecc., per lo più di origine onomatopeica, che danno cioè l’idea del suono confuso, incomprensibile, emesso da chi parla. Anche papera, da cui il verbo deriva, può avere valore onomatopeico, come lo ebbe, in origine, barbaro e i verbi tartagliare, farfugliare, balbettare, cacagliare.

In più, però, la papera ha fama di goffaggine ecco perché di una donna sciocca e frivola si dice che è un’oca; si ha perciò un’analogia tra il parlare confusamente e lo starnazzare dell’uccello. Il concetto di “papera”, che in origine riguardava anche lo scrivere, oggi si è esteso dalle parole ai gesti, in particolare per gli errori dei portieri di calcio.