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Immagini di vulcani

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(F1)

Curiosità sui vulcani

Perchè il vulcano Etna è chiamato: stratovulcano?

L'Etna si trova in Sicilia lungo la costa orientale e vicino a Catania.

E' il vulcano attivo più grande d' Europa con i suoi 3323 metri sul livello del mare.

L'Etna si è formato a causa della deriva di una porzione di placca africana verso la placca euroasiatica.
Questo movimento forma (a seguito della compressione) un movimento di dilatazione est-ovest.
Grazie a questi meccanismi, 700.000 anni fa, è iniziata l'attività sottomarina del primordiale Etna.
La classificazione di questo vulcano come stratovulcanoderiva dall'addensarsi di alternate colate laviche dalla composizione chimica diversa: a colate basiche (povere in silice) si alternano colate acide (ricche in silice).
Questa alternanza forma diversi strati, da qui il significato di "stratovulcano".

Leggende e miti sui vulcani

I vulcani hanno da sempre intimorito e scatenato le fantasie dei popoli. I tremori dei terremoti, il fumo, le ceneri, il fuoco e la roccia fusa sono visti come la rappresentazione dell' anima tormentata della Terra.

Per gli antichi greci le eruzioni vulcaniche erano provocate dai Titani che combattevano con gli déi dell'Olimpo e nelle loro tremende battaglie scuotevano la Terra, che in risposta vomitava il fuoco nascosto nelle proprie viscere.
La leggenda narra che il più grande dei Titani era Tifone, figlio di Tartaro e di Gaia (il leggendario nome del pianeta Terra).

Gli déi, per punire la sua insolenza di volerli combattere, lo imprigionarono sotto il vulcano Etna. Ma Titano non si diede per vinto. Le sue urla si sentivano lontano chilometri, si scuoteva e muoveva la terra per la rabbia, il suo alito incandescente fuoriusciva infine dalla bocca del vulcano. Secondo altri miti e leggende, Efesto, dio del fuoco e dei vulcani, sotto il mediterraneo fucinava le armi per gli déi, fulmini per Giove e armi e scudo per Achille. Infine i ciclopi, il cui loro unico occhio simboleggiava proprio la bocca di un vulcano mentre la loro statura e forza si paragonava a quella delle montagne. Quello che fuoriusciva dai vulcani del Mediterraneo era perciò il fumo e le scintille provocate dal lavoro di Efesto e dei ciclopi.

I vulcani comunicano tra loro?

E' stata condotta un' analisi matematica per dimostrare che due vulcani delle Hawaii comunicano la loro condizione. Il Kilauea e il Mauna Loa (quest'ultimo il più grande vulcano del pianeta) si sono messi in moto quasi contemporaneamente nel maggio dello scorso anno. I geologi del parco nazionali delle Hawaii, che include i due vulcani, hanno ipotizzato che i due vulcani avessero un qualche tipo di collegamento sotterraneo, nonostante le loro lave siano diverse e quindi le "camere magmatiche" non paiano collegate.

Per confermare la loro ipotesi hanno studiato la regolarità delle eruzione e dei "rigonfiamento" dei vulcani e hanno cercato di capire (con un' analisi matematica) se questi episodi fossero in qualche modo correlati. Il risultato ha dato loro ragione, anche se solo nell'ambito di un'alta probabilità statistica.

I ricercatori però non sono certi che i vulcani siano effettivamente collegati dai depositi profondi di magma, oppure che semplicemente quando un vulcano si espande spinga anche l'altro a eruttare.

I vulcani fanno bene alle piante

L'eruzione del vulcano Pià±atubo, avvenuta nel 1991, ha sconvolto il clima e l'ambiente non solo nelle Filippine. Infatti la polvere emessa ha fatto più volte il giro del mondo e ha abbassato la luce solare. Alcuni ricercatori di numerose università americane hanno misurato l' efficienza della fotosintesi dopo l'eruzione.

Il risultato è stato sorprendente: invece di diminuire, la fotosintesi, specialmente nelle foreste del nord del mondo (composte da conifere e latifoglie) è aumentata. Ostacolata da un sottile strato di polvere vulcanica, la luce solare si diffonde più uniformemente su tutto il cielo e permette anche alle foglie non direttamente colpite dai raggi di effettuare la fotosintesi. Anche le foglie più esposte, però, ne traevano beneficio, perché le cellule delle piante, con troppa luce, si saturano, e smettono di produrre glucosio, il fine ultimo della fotosintesi.

Il risultato è un aumento della fotosintesi, insieme ovviamente l'assorbimento dell'anidride carbonica, il gas su cui si basa il processo. Le conclusioni sono interessanti per il futuro del clima terrestre. Sia le eruzioni vulcaniche, infatti, sia l'inquinamento da ossidi di zolfo aumentano la fotosintesi; lo stesso avviene anche con le emissioni di anidride carbonica, la causa prima dell'effetto serra