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VITE SPRECATE



Enrico Riccardo Spelta - poesia - vite sprecate
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VITE SPRECATE

Pelle imbrattata indelebilmente
al posto di una leggera abbronzatura

Capelli da barbari moicani
sostituiscono spontanee capigliature

Lattine di birra e superalcolici
bevuti come fossero gazzose

Tamburi africani
e nenie ottuse
fendono e offendono l'aria
mentre pianoforti mozartiani
tacciono offesi

Il linguaggio è impoverito
da volgari intercalari
sempre quelli, senza alcuna fantasia,
ma che fanno tanto "figo"

Vestiti sbrindellati
indossati come divise
per essere identificati e accolti
nello squallido gruppo

Bocche e seni siliconati
volti deformati dalle siringhe
mentre culi e fianchi
richiederebbero litri
di liposuzioni

Lontani i tempi
della massima trasgressione
prodotta da qualche filo di fumo;
ora ci sono le polveri bianche
e le pasticche che rincoglioniscono
ancor più di quanto spontaneamente
si ottenga da una vita priva di senso

E la noia assale mortalmente
questo esercito di vittime
di una società ormai demenziale
che non ha la forza di ribellarsi
e riprendersi la vera vita

La colpa non va al giovane
vittima anch'esso del sistema
e neppure alla famiglia
che sta nel mezzo,
ma a chi inventa e impone
nuovi usi e costumi barbari
per trarne un losco profitto.


Enrico Riccardo Spelta - Vite sprecate 2

Autore: Enrico Riccardo Spelta

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