Brugora di Montesiro
Casa di Riposo Giuseppina Scola - Ex Monastero di Brugora Entrata RSA

BRIANZA: ALLA SCOPERTA DEL COMPLESSO ARCHITETTONICO IN BRUGORA DI MONTESIRO

Parte prima

 

La Brianza è un’area della regione Lombardia, situata tra le provincie di Monza, Como e Lecco ed è divisa in Bassa Brianza e Alta Brianza.

E’ un vasto territorio collinare che testimonia ancora oggi il suo passato nostalgico di “giardino della Lombardia” dove abbondano le testimonianze di una ricca cultura artistica con le sue belle ville patrizie del ‘500.

C’è un’ampia varietà di scelta di complessi architettonici da visitare, sia noti, sia sconosciuti al grande pubblico, un esempio fra i tanti è il complesso architettonico di Brugora, Frazione Montesiro di Besana in Brianza, provincia di Monza.

Il complesso di Brugora comprende il monastero benedettino femminile, oggi sede della RSA   Giuseppina Scola e l’attigua chiesa dei Santissimi Pietro e Paolo.

Brugora di Montesiro 1
Ex Monastero di Brugora Chiostro del Pozzo Foto di Milano Fotografo

Ex Monastero benedettino dei Santi Pietro e Paolo - Brugora

Il complesso si trova nella frazione Brugora di Montesiro, in via Cavour al n.27.

In pieno lockdown, a causa delle norme anti Covid, non era possibile visitare l'interno della Chiesa e nemmeno il Monastero poiché quest’ultimo è una casa di riposo per anziani.

Solo con le Giornate FAI o con visite guidate tramite tour organizzati, si può visitare il complesso nel suo insieme, cioè Monastero e Chiesa.

Per chi volesse visitare il complesso in maniera autonoma, sarebbe auspicabile telefonare prima alla Fondazione Scola che gestisce l’intero complesso.

 Il monastero con attigua Chiesa è il più importante complesso architettonico religioso della zona di Besana, eretto nel secolo XI e precisamente nel 1102 dalla famiglia di origine longobarda Casati.

Iniziamo il nostro tour virtuale dall’ex monastero benedettino femminile che fu fondato, secondo una trascrizione dell'atto di fondazione conservato tra la documentazione settecentesca dell'ente “Giuseppina Scola”, nel 1102 da Eriberto Casati, che lasciò i suoi beni al monastero. Il monastero fu posto direttamente sotto la protezione della Santa Sede con bolla del Papa Pasquale II del 6 novembre 1103.

Per diversi anni le monache cercarono di liberarsi dal potere della famiglia Casati e più volte il monastero fu minacciato di chiusura a causa di disordini interni.


I nobili Casati di Brugora erano una famiglia di origine longobarda attestata fin dall’XI secolo.
 

Per chi conosce un minimo di Storia d’Italia, i Longobardi, tribù germanica, si stanziarono in Italia, arrivando a stabilirsi fino al sud.
Nell’anno 1277 Ottone Visconti ascrisse questa famiglia nel novero delle 200 famiglie nobili e patrizie della città di Milano.

Fu una famiglia importante, con vari possedimenti in Milano e nel suo territorio e quindi non ci si stupisce che una famiglia patrizia di tale portata e potere potesse fondare un Monastero nei suoi territori di proprietà.


Anche a Milano, un’antica famiglia patrizia, sempre di origine longobarda, fondò chiesa e monastero di Santa Maria d’Aurona, legati ambedue alla triste vicenda della principessa longobarda Aurona, purtroppo Monastero e Chiesa furono entrambi distrutti.
Nel Museo del Castello Sforzesco oggi si possono ammirare notevoli resti di quello che fu uno splendido capolavoro di arte e architettura.

Ritornando al nostro Monastero, non si conoscono il nome o i nomi degli architetti che progettarono convento e chiesa, ma all’epoca le varie maestranze locali erano molto qualificate e geniali.


L’ex monastero conserva i bellissimi chiostri del 1500, chiamati il Chiostro della foresteria e il Chiostro del pozzo, molto rimaneggiati in verità, sia da un intervento di restauro pesante, sia per essere adattati, nel piano superiore, all’uso per la casa di riposo.
 

Brugora di Montesiro 1
Ex Monastero di Brugora Chiostro del Pozzo Foto di Milano Fotografo

Chiostro della Foresteria e Chiostro del pozzo

 Il primo dalla pianta regolare e più piccolo rispetto all’altro, anticamente non era accessibile alle monache ma solo a un sacerdote che vendeva i prodotti del Monastero.

Il secondo molto più grande, irregolare presenta nel suo cortile un pozzo e i resti di un affresco in una lunetta sotto il porticato.
Ambedue i chiostri hanno delle colonne in serizzo ghiandone con doppia rastremazione alla maniera rinascimentale, capitelli toscani nel chiostro della Foresteria, capitelli simili ai corinzi nell’altro chiostro. Il serizzo ghiandone è un quarzo diorite estratto in Val Masino in provincia di Sondrio. 

Estremamente compatto e resistente agli sbalzi termici è storicamente utilizzato nella realizzazione di basamenti, colonne e rivestimenti. Esempi sono il Palazzo del Governo a Sondrio e la parte strutturale del Duomo di Milano nascosta dal rivestimento di marmo di Candoglia. Grossi blocchi di serizzo compongono anche la base dell’antica chiesa tardo romanico di San Simpliciano sempre a Milano.

E’ attualmente molto usato come elemento strutturale in edilizia, tipici gli impieghi nei gradini delle scale, nelle zoccolature e nei rivestimenti in genere. Tra gli esempi la fontana di piazza San Babila a Milano di Luigi Caccia Dominioni.


Fine prima parte

Articolo scritto da Rosa Maria Garofalo

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