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Opera lirica NABUCCO

Nabucco video dell’opera completa

Nabucco – opera lirica di Giuseppe Verdi

Opera Nabucco di Giuseppe Verdi

Nabucco, originariamente “Nabuccodonosor” è un affresco di un periodo storico del Popolo Ebraico che illustra la condizione di schiavitù in terra babilonese.

In questo affresco si snoda una doppia storia d’amore e gelosia tra le figlie del re Fenena ed Abigaile con l’ebreo Ismaele.

Sullo sfondo il contrasto fra la fede nell’unico dio degli ebrei e la divinità pagana di Belo; lo sfoggio di forza del primo con un fulmine e con le conversioni di Nabucco e della figlia, per finire poi con la vittoria del bene sul male attraverso il suicidio della usurpatrice.

Brani celebri

D’Egitto là sui lidi, cavatina di Zaccaria (parte I)
Mio furor, non più costretto, (finale parte I)
Ben io t’invenni, o fatal scritto!… Anch’io dischiuso un giorno, recitativo e aria di Abigaille (parte II)
Vieni, o Levita, preghiera di Zaccaria (parte II)
S’appressan gli istanti, finale (parte II)
Donna, chi sei?, duetto tra Nabucco e Abigaille (parte III)
Va, pensiero, sull’ali dorate, coro degli ebrei (parte III)
Dio di Giuda! preghiera di Nabucco (parte IV)

Trama del Nabucco di Giuseppe Verdi

Opera Nabucco di Giuseppe Verdi

Il libretto dell’opera Nabucco, che all’inizio e per due anni, si intitolava “Nabuccodonosor”, venne scritta da Temistocle Solera che l’aveva liberamente tratto dall’omonimo dramma di Anicet-Bourgeois e Francis Cornue, andato in scena nel 1836 a Parigi, e dall’omonimo balletto che il coreografo Antonio Cortesi ne aveva ricavato per la Scala di Milano.

Il libretto, all’inizio, venne respinto da Giuseppe Verdi che stava vivendo i peggiori anni della sua vita e che era sul punto di abbandonare la musica.

Nel 1836 il giovane compositore aveva sposato Margherita, la figlia del suo protettore e mecenate Antonio Barozzi. nel 1837 era diventato papà della piccola Virginia, l’anno dopo era nato l’atteso erede maschio che venne chiamato con l’impegnativo nome di Icilio.

Opera Nabucco di Giuseppe Verdi

Un destino funesto si accanì presto sulla famiglia Verdi: a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro, morirono la bambina, il maschietto ed alla fine anche la moglie Margherita, lasciando il povero compositore alle prese con “Un giorno di regno”, che, massimo dell’ironia, era un’opera buffa che naturalmente si rivelò un insuccesso.

Sostenuto dal suocero e dal suo impresario, Verdi alla fine accettò di mettere in musica il Nabuccodonosor, il primo grande successo del compositore che, messo in scena il 9 marzo del 1842, contò sessantacinque repliche nello stesso anno.

Il Nabucco rappresentato in innumerevoli teatri italiani e stranieri è ancora un’opera fra le più rappresentate anche se presenta molte difficoltà per gli interpreti.

Il librettista Temistocle Solera divise l’opera in quattro parti, ognuna con un titolo, come i capitoli di un romanzo.


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Parte I – Gerusalemme

Opera Nabucco di Giuseppe Verdi

All’interno del Tempio di Gerusalemme, i Leviti e il popolo lamentano la triste sorte degli Ebrei, sconfitti dal re di Babilonia Nabuccodonosor, che ora è alle porte della città.

Il gran pontefice Zaccaria cerca di confortare ed incoraggiare la sua gente: la figlia di Nabuccodonosor, Fenena è in mano loro, tenuta in ostaggio, ed affidata a Ismaele, nipote del re di Gerusalemme.

Ma il giovane Ismaele è sul punto di tradire il suo popolo lasciando libera la prigioniera perché un giorno a Babilonia egli stesso, prigioniero, era stato liberato proprio da Fenena, di lui innamorata.

I due stanno organizzando la fuga, quando giunge nel tempio una schiera di Babilonesi guidata da un’altra figlia del babilonese, Abigaille.

Anche Abigaille è innamorata di Ismaele e minaccia la sorella di riferire al padre che ella ha tentato di fuggire con uno straniero, ma alla fine si dichiara disposta a tacere a patto che Ismaele rinunci a Fenena.

A capo del suo esercito irrompe Nabucco, deciso a saccheggiare la città e Zaccaria, per fermarlo, minaccia di uccidere Fenena, ma Ismaele si oppone, strappa la giovane dalle mani del gran sacerdote e la consegna, salva, nelle mani di Nabucco.


Parte II. L’empio

Opera Nabucco di Giuseppe Verdi

Alla Reggia di Babilonia, Abigaille è venuta a conoscenza di un documento che rivela la sua vera identità, lei non è la figlia di Nabucco e la sua erede al trono, ma solo una schiava.

Intanto Nabucco, in guerra, ha nominato Fenena reggente della città di Babilonia e questo rende Abigaille ancora più ostile alla sorella.

Il gran Sacerdote del dio Belo, riferisce che Fenena, per amore di Ismaele, sta liberando tutti gli schiavi Ebrei e Abigaille vede in questo l’occasione per usurpare il trono di Nabucco.

Zaccaria, intanto, annuncia festante al popolo che Fenena si è convertita alla religione ebraica, ma un vecchio ufficiale del re, Abdallo, informa Fenena delle ambizioni di Abigaille e le consiglia di fuggire per non incorrere nella sua ira.

Sulla scena irrompe Abigaille accompagnata dai dignitari di corte e da una gran folla di babilonesi, decisa ad autoproclamarsi regina di Babilonia.

Inaspettato arriva Nabucco che furibondo si rimette sul capo la corona, maledice il dio degli Ebrei, minacciando di morte Zaccaria.

Quando la figlia Fenena rivela la propria conversione, egli le ordina di inginocchiarsi e di adorarlo, non più come re, ma come dio.

Un fulmine, lanciato dall’irascibile dio degli Ebrei, colpisce Nabucco, mentre Abigaille ne approfitta ponendosi sul capo la corona.


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Parte III. La profezia

Opera Nabucco di Giuseppe Verdi

Nei giardini pensili nella reggia di Babilonia, Abigaille sul trono riceve gli onori di tutte le autorità del regno; Nabucco viene fermato dalle guardie mentre tenta di riprendersi la corona.

Nabucco, colpito e accecato dal fulmine è rimasto inebetito e mentalmente instabile, di questo ne approfitta Abigaille per fargli convalidare, con il sigillo reale, la condanna a morte per gli Ebrei.

In un momento di lucidità, Nabucco si rende conto di avere condannato anche la figlia Fenena e inutilmente chiede per lei salva la vita.

Ma la crudele Abigaille distrugge il documento che prova la sua vera identità di schiava, dichiarandosi unica figlia ed erede di Nabucco che fa arrestare dalle sue guardie.

Sulle sponde dell’Eufrate, il coro degli Ebrei invoca la patria lontana (Va pensiero) ed ancora una volta Zaccaria consola il suo popolo con una profezia e li esorta ad avere fede nel loro dio.


Parte IV. L’idolo infranto

Opera Nabucco di Giuseppe Verdi

Dalla propria prigione Nabucco vede tra gli Ebrei condotti a morte anche la figlia Fenena e disperato si rivolge, convertendosi, al Dio degli Ebrei.

Il vecchio Abdallo e un manipolo di guerrieri fedeli al re, vedendo Nabucco rinsavire e rinvigorire, decidono di insorgere sotto il comando di Nabucco.

Nei giardini pensili di Babilonia risuona una marcia funebre e sopraggiungono gli Ebrei condannati a morte; Zaccaria benedice Fenena che si avvia al martirio.

Quando Nabucco irrompe sulla scena a capo dei suoi seguaci, cade la statua del dio Belo e i prigionieri vengono liberati ed il re torna sul trono.

Abigaille, vistasi perduta si avvelena e, morente, chiede perdono a Fenena benedicendo il suo matrimonio con Ismaele.

Il grande Sacerdote Zaccaria fa una seconda profezia predicendo a Nabucco il dominio su tutti i popoli della terra.

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