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Gaetano Previati

Esplora i successi e le opere di Gaetano Previati, da Gli ostaggi di Crema a Valentino a Capua, nel contesto dell’arte italiana.

Gaetano Previati, pittore italiano aderente alle correnti dei decoratori, dei divisionisti e dei simbolisti, nasce a Ferrara il 31 agosto 1852.

Inizia gli studi presso l’Istituto Tecnico locale, ma a diciotto anni preferisce iscriversi alla Scuola di Belle Arti di Ferrara, avendo per maestri Paglierini e Domenichini, considerati a quel tempo i maggiori pittori ferraresi.

Continua gli studi artistici a Firenze ed infine, grazie ad un sussidio concessogli per la sua riconosciuta bravura, nel 1876 si trasferisce a Milano dove, presso l’Accademia di Brera, è alunno dei corsi di nudo di Bertini.

Gaetano Previati (Settemuse.it)

Previati esordisce con Gli ostaggi di Crema, una tela di grandi dimensioni che gli valse il premio della Fondazione Canonica, ma il primo successo di pubblico è Valentino a Capua, inviato alla Nazionale di Torino del 1880.

Altre sue importanti opere di questo periodo sono Cristo crocifisso e Torquato Tasso.

A Milano, a contatto con l’ambiente della Scapigliatura Lombarda, aderisce ai temi di questa corrente e i suoi lavori, spesso di argomento storico o sociale, presentano lati romantici e sfumature sentimentali.

Previati è orientato verso un’arte “ideista” e verso la tecnica divisionista, adottata dopo l’incontro con le idee di Vittore Grubicy de Dragon, che dal 1898 diventa suo mecenate e mercante esclusivo, liberandolo dai problemi economici nonostante la grande attività e le numerose esposizioni italiane ed europee a cui partecipa.
Convinto discepolo di Segantini, alla sua morte lo sostituisce come caposcuola dei divisionisti, distinguendosi però per la forte tendenza simbolista-religiosa. L’opera Mattino diventa per Previati modello dell’esecuzione nel nuovo stile attraverso la “spezzatura del colore” che aumenta l’intensità luminosa.

Negli anni dal 1887 al 1890, durante la preparazione delle illustrazioni per Edgar Allan Poe e con lo sbocciare del Simbolismo Europeo (influenzato da Félicien Rops e Odilon Redon), la sua pittura acquista una vena simbolica, sentimentale, allegorica e mistica, come nel lavoro Maternità, esposto alla Pinacoteca di Brera e alla Triennale di Milano del 1891.

Negli anni ’90 il pittore, sempre prolifico, espone in continuazione e partecipa attivamente al dibattito artistico sulla pittura e sulla luce, mantenendo vivi i temi storici legati al Risorgimento Italiano, allo spirito religioso popolare, ai paesaggi e alle nature morte.

Nel 1892 partecipa al Salon de la Rose-Croix a Parigi, entrando in contatto con il gruppo esoterico dei Rosacroce guidati da Joseph Peladan, che rafforza in lui le tendenze decadenti e mistico-esoteriche.

Le opere più note di Previati comprendono i cicli della maternità, la Via Crucis, il Re Sole, La caduta degli angeli e le illustrazioni per i Promessi Sposi di Alessandro Manzoni.

Sempre impegnato nella ricerca artistica, nel 1902 partecipa alla Secessione di Berlino; nel 1905 ottiene la medaglia d’oro alla Quadriennale di Monaco e nel 1907 ha il privilegio di una sala personale alla Biennale di Venezia, definita “sala onirica”.

È del 1912 il capolavoro simbolista Il sogno, seguito dal ciclo per una sala da musica (oggi al Vittoriale di D’Annunzio) e dal ciclo Le vie del commercio (1916) per la Camera di Commercio di Milano.
L’artista pubblica anche il trattato Princìpi scientifici del Divisionismo e La pittura: tecnica ed arte.

Fra le opere dell’ultimo periodo compaiono nature morte e paesaggi marini, come La Madonna dei gigli, I funerali di una vergine, La danza delle ore e Il trittico del giorno.

La morte della moglie e di un figlio, nel 1917, aggrava il suo stato di salute e lo spinge a interrompere il lavoro, chiudendosi in un profondo dolore.

Gaetano Previati si spegne a Lavagna (Genova) il 21 giugno 1920.

Nonostante il ritorno verso la paesaggistica negli ultimi anni, i Futuristi — in particolare Giacomo Balla — continueranno a considerarlo un campione dell’anti-naturalismo e dell’avanguardia.

Simone Tortoriello

Classe 1996, Giornalista Pubblicista. Amante del calcio, dei motori e dello sport in generale, dopo l’esperienza fallimentare sul prato verde ho avuto maggior fortuna nel “dietro le quinte”. Grande tifoso dell’Inter e della Ferrari, sono cresciuto al momento giusto per godermi il periodo più buio della storia di entrambe.

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