Ancora una volta, siamo costretti a raccontarvi una problematica relativa ad un caso di richiamo che riguarda il settore alimentare. Un salame Felino IGP è stato richiamato per sospetta Salmonella, ma non è finita qui.
Il tema dei richiami riguarda ormai un numero sempre più elevato di prodotti, e spesso ne sentiamo parlare in ambito automobilistico, così come di elettronica e di beni di consumo. Tuttavia, quando c’è di mezzo il settore alimentare, tutti tendiamo a preoccuparci molto di più, perché ingerire prodotti contaminanti può essere molto pericoloso per la nostra salute, ed è bene sempre tenersi informati su ciò che si rischia.

Secondo quanto riportato dal Ministero della Salute, i supermercati Esselunga hanno pubblicato un richiamo di un lotto di salame Felino GP per rischio microbiologico, per rischio Salmonella. Esselunga vende questo salame a metà con il marchio Terre Ducali, ed il prodotto di cui stiamo parlando è venduto sottovuoto in pezzi da 300 grammi, corrispondenti a mezzo salame, con il numero di lotto U2536016, con scadenza fissata per martedì 11 di novembre prossimo. Lo stesso prodotto, del medesimo lotto, è venduto anche con una scadenza del 25 di novembre.
Alimenti, richiamo anche per infuso bio per via di alcaloidi
Il Prosciuttificio San Michele ha prodotto il salame Felino IGP che è stato richiamato, e lo stabilimento di produzione si trova a Lesignano de’ Bagni, provincia di Parma, in via Cavo 16. Come anticipato, non c’è solamente un richiamo che riguarda il salame, ma anche un altro prodotto. Invece, è finito sotto accusa anche un infuso bio, che viene prodotto a marchio Flora. Parliamo di un lotto di bioinfuso armonizzante alla melissa, camomilla e tiglio BimBio.

La ragione del richiamo, secondo quanto specificato, è legata alla rivelazione di un livello di alcaloidi pirrolizidinici oltre i limiti consentiti, emerso in un’analisi post-vendita. Il prodotto in questione viene venduto in confezioni da 36 grammi, con 20 filtri da 1,8 grammi l’uno, ed il numero di lotto richiamato è il 240090, con termine di scadenza fissato al gennaio del 2028. La speranza è che nessuno abbia consumato questi prodotti prima che venisse reso noto il loro problema.





