semplificare per avere successo

Problemi relativi alla semplificazione dei prodotti


Come migliorare i prodotti per uso personale

Le moderne tecnologie ci consentono di produrre milioni di oggetti, apparati, macchine, che sfruttano tutte le nostre più avanzate conoscenze.

Ogni nuovo progresso è il frutto di tanti anni di ricerche e sperimentazioni in vari campi: dalla meccanica alla fisica, dalla elettronica alla chimica, e da tanti altri rami delle scienze conquistate da poche fantastiche menti umane.

Ed allora, quando incontri un piccolo (o grande) ostacolo, un inceppamento, un errore, un difetto, resti allibito o frustrato, perché non ti sembra possibile che si sia in grado di fare miracoli, per poi rovinarli cadendo in dettagli demenziali!

E' chiaro che per evitare questi piccoli fastidiosi inciampi sarebbe bastato un breve intervento di un semplificatore, prima della messa in produzione e distribuzione del prodotto bacato.

Attenzione però, perché a volte quelli che ci sembrano errori di produzione sono scelte volute dal produttore stesso, apposta per fregare il povero consumatore boccalone.

I casi di questo genere sono innumerevoli e presenti in ogni campo che si vada ad analizzare.
Faccio un semplicissimo esempio per farti capire a cosa mi riferisco, ma è chiaro che i problemi a cui alludo non si limitano a sciocchezze come questa.

Parlo della scatola con cui Apple vende i suoi smartphone.

Dentro c'è un miracolo della scienza e tecnica. Uno strumento che ci consente di fare una infinità di cose, oltre che comunicare con tutto il mondo.

Bene, la scatola si fa una fatica boia ad aprirla! Ci provi con le dita a sfilare il coperchio, ma manca un ritaglio che ti consenta di aprirla in modo facile. Devi diventare matto per riuscirci ed allora, una volta che ci sei riuscito, prendi le forbici e ci fai tu l'incavo nel coperchio che non ci hanno fatto loro per distrazione, così la prossima volta lo aprirai senza faticare!

Ma ti pare possibile? Ripeto, esempi così, a tutti i livelli ed in qualsiasi campo ne potrei fare a centinaia o forse migliaia, sia io che voi che leggete, immagino.

Utilizzo da vent'anni i servizi di una nota banca di cui non faccio il nome. Non ho mai avuto problemi d'accesso e navigazione nel loro sito e neppure nelle mie esigenze operative. In passato ho usato la stessa banca anche per fare trading online, quindi non mi sembra di essere un imbranato e non ho mai avuto problemi manco con quel mondo così complesso come quello delle operazioni di borsa e finanza.

Negli ultimi due anni ne sono successe di tutti i colori!

Hanno sofisticato sempre di più le modalità d'accesso, di navigazione e di svolgimento delle operazioni. E' per la "sicurezza" dicono.

Risultato? Mi hanno clonato e usato la carta di credito (cosa che non mi era mai successa prima), poi mi hanno bloccato due volte il credito perché la vecchia carta era scaduta e la nuova non era ancora attivabile. Ed infine, come tante altre banche, ti spediscono periodicamente dei rendiconti demenziali, sia per le dimensioni del carattere di stampa che per la farraginosità delle frasi e dei riferimenti. Roba che sono sicuro nessun cliente legge, salvo rare eccezioni!

Il sito, poi, presenta pagine confuse e zeppe di rimandi, pubblicità e altro. Non c'è più chiarezza di lettura. Ti mandano un sms con la transazione di un addebito in conto di bollette e non ti dicono se si tratta di una bolletta relativa alla luce o al gas o all'acqua o a cos'altro di quanto tu abbia autorizzato. Ti scrivono un numero di riferimento che non ti dice nulla e tu devi andare nel sito per verificare di cosa si tratta, se hai dei dubbi. Non parliamo del codice IBAN, una vera e propria mostruosità!

Anche in questo caso potrei proseguire all'infinito, ma mi fermo e passo ad altro.

Quando sviluppavo software, dopo che le mie programmatrici avevano scritto un programma applicativo, io lo rileggevo e poi lo provavo mettendomi nei panni dell'impiegata che avrebbe dovuto utilizzarlo.

Non c'era volta che non facessi notare che una certa frase era troppo tecnica per essere compresa da una semplice impiegata o che certe scelte non erano abbastanza chiare. E pure nella stesura dei programmi c'erano sempre commenti mancanti o righe con processi inutili che avrebbero rallentato l'elaborazione.


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Ecco, quello era il mio ruolo di semplificatore. Facile e veloce da svolgere ed il risultato era che i clienti erano sempre soddisfatti del nostro lavoro e l'assistenza telefonica ridotta al minimo inevitabile.

Nei prodotti di largo consumo, tipo detersivi per esempio, ci sono spesso deformazioni grafiche studiate apposta per trarre in inganno il compratore, o semplicemente perché il grafico di turno dava per scontato cosa fosse quel certo prodotto, quindi sull'etichetta metteva e mette in risalto la marca, la frase slogan e altro ancora di totalmente superfluo e magari, in piccolo, in un angolino invisibile, ti fa vagamente capire che forse si tratta semplicemente di "CANDEGGINA".

Così come nei sacchetti di pasta, qual è l'informazione che più ti serve scoprire quando la versi nella pentola? Il tempo di cottura, no?

Bene, il più delle volte quella informazione è sul retro, in un angolino, mischiata con una caterva di altre informazioni, tutte poco leggibili dato il carattere microscopico stampato su carta magari semi trasparente.

Poi ci sono i vasetti dalla forma studiata apposta per farti impazzire col cucchiaio a cavare i residui che rimangono sotto il bordo e che farebbero presto la muffa.

Ma non è che un vasetto di marmellata, ad esempio, debba essere per forza fatto così, perché poi ti capita di cambiare marca e di comprare un vasetto fatto a regola d'arte, cioè senza curvatura sotto il coperchio e allora capisci che il mondo è fatto di molti cretini, oltre che di qualche persona intelligente.

E che dire dei postit o delle etichette "adesive" che non stanno dritte e cadono perché magari negli anni hanno pensato che si poteva risparmiare molto mettendo meno colla. Così come nelle lenzuola. Se le fai più corte risparmi chilometri di tessuto in un anno. E chi se ne frega se poi l'utilizzatore non riesce a risvoltarle e di notte gli fanno tutte le pieghe!

Ma passiamo oltre. Prendiamo per esempio le rotatorie presenti nelle nostre strade. Grande trovata la rotatoria al posto dei semafori. Molto più sicure ed economiche. Ma come le distingui l'una dall'altra e come identifichi le singole uscite... se nessuno ha ancora pensato di codificarle? Magari basterebbe il nome del comune ed un numero progressivo, per poi dare una semplice lettera alfabetica ad ogni singola uscita, o no?

Non ci vuole un genio a capirlo. Pensa al navigatore. Quante volte hai sbagliato perché non hai capito bene se si riferiva alla rotonda che hai appena passato o alla successiva o non hai capito quale era l'uscita che dovevi prendere, visto che ti dice alla "terza uscita" ma spesso non è aggiornato o ci sono uscite che non sono state calcolate. Con la semplice codifica il navigatore ti direbbe, per esempio, "alla rotonda Desenzano 5 uscita C". Ed anche tu se dovessi dare indicazioni stradali a qualcuno saresti molto facilitato con l'uso di una semplice codifica.

Hai presente le agende settimanali, quelle che si usano abitualmente per scrivere gli appuntamenti o altre cose che ti va di ricordare?

Bene, oggi sono scritte in 4 lingue (in grigino chiaro!), col nome del mese che non si vede e i giorni della settimana in un angolino. Chi se ne frega dell'utilizzatore che farà una faticaccia per capire se il 6 è un giovedì o venerdì e se quel foglio è aprile o maggio?

Non parliamo di computer, per carità! Qui se ne vedono di tutti i colori, ma non perché usi un bel monitor che li rappresenta tutti, ma perché i problemi di logica e semplicità non si possono contare!

Tutti gli apparati elettronici devono essere per forza neri e le scritte dei comandi molto poco visibili o non leggibili del tutto se sei in un locale poco illuminato. Perché?

I telecomandi non hanno mai i tasti piazzati in modo pratico. Io uso 3 telecomandi, di cui 2 hanno il tasto on/off in alto a destra e uno lo ha a sinistra (SKY). Anche qui, ci voleva tanto ad unificarsi almeno in quello?

I sacchetti della spazzatura. Hai mai sbagliato prendendo un tipo della misura inadatta al tuo contenitore? Ci vorrebbe molto a dare un codice standardizzato a tutti i sacchetti dei vari tipi di raccolta differenziata? Basterebbe una scritta tipo "Secco B" per visibile. Quando devi mandare qualcuno a comprarli al posto tuo basterebbe dirgli comprami sacchetti Secco B e quello non sbaglierebbe il tipo.

Passiamo al grande problema dei foglietti o libretti delle istruzioni.

Certo, siamo globalizzati. Alle aziende non par vero poter produrre un oggetto e venderlo in tutto il mondo con le relative istruzioni fatte in unica versione. Ma ci pensate che fatica (e costi) dover gestire i manuali a seconda della nazione di destinazione? E chi glielo fa fare? Ti mettono insieme un bel manualetto piccolo piccolo e in 40 pagine ti ci mettono 10 lingue diverse!

E' chiaro che il compratore farà fatica a beccare la sua lingua in mezzo a tutte le altre, ma alla fine le sue belle 4 pagine di istruzioni, di cui 2 dedicate a tutte le misure di sicurezza (non bere né mangiare il prodotto, non dargli martellate, ecc. ecc.). le troverà e magari gli confonderanno ancor più le idee invece di aiutarlo ad usare ciò che ha appena comprato!

Alla fine si sentirà un cretino, ma non è lui il cretino, è qualcun altro che lo prende in giro pensando solo a risparmiare su tutto per guadagnare il più possibile!

Mi fermo perché, ripeto, esempi piccoli o grandi se ne possono fare a migliaia. L'importante è avere capito il concetto della semplificazione. Continua a leggere altri argomenti:

INDICE DEGLI ARGOMENTI

01- premessa
02- le leggi in vigore nel proprio Paese
03- la struttura politica
04- i problemi sociali
05- i problemi del territorio
06- i problemi della circolazione
07- il mondo del lavoro
08- i servizi offerti all'utente finale
09- i prodotti acquistabili dall'utente finale
10- il modo personale di agire

Autore: Enrico Riccardo Spelta

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