Pubblicita' su WEB
Da un po' di tempo chi naviga su web da PC o da smartphone o tablet ha la possibilità di
bloccare tutta la Pubblicita'.
BLOCCARE I BANNER PUBBLICITARI NON E' UN DIRITTO DEL VISITATORE, MA UN FURTO DEI DIRITTI DELL'EDITORE
Lo si può fare tramite appositi programmini scaricabili (ADblock), oppure scegliendo l'opzione di blocco proposta dallo stesso programma antivirus,
che, addirittura, in certi casi la pone come scelta automatica preimpostata, il ché quanto meno inconcepibile!
Anche alcuni browser consentono la stessa cosa.
Ma bene che i visitatori di pagine web riflettano e siano consapevoli delle conseguenze di una tale loro scelta e ne comprendano bene pregi e difetti.
Se il web si diffuso in modo esplosivo in tutto il mondo perchè la maggior parte delle imprese che si sono rivolte a questo servizio
editoriale (del tutto paragonabile a quello dell'informazione su carta stampata) hanno visto un'opportunità di guadagno, tramite la vendita
dei propri prodotti o servizi, oppure tramite assegnazione di spazi pubblicitari pagati da aziende sponsorizzatrici.
(pubblicita' ads A1)
Esistono 3 tipologie di siti web:
- quelli senza Pubblicità e gratuiti,
- quelli gratuiti, ma con spazi pubblicitari che consentono la copertura delle spese editoriali
- quelli a pagamento, ovvero con preventiva sottoscrizione di un abbonamento e login per entrare.
Anche questi casi sono del tutto paragonabili all'editoria su carta o ai canali radio-televisivi.
Il pagamento di un canone per accedere a questi servizi non di per s deprecabile, se il servizio in questo modo può offrire materiale privo di
Pubblicita' o con modesta quantità.
Ma se si paga un canone, perché ci devono propinare anche la Pubblicita'?
Non difficile capire che se un servizio informativo fosse totalmente privo di spazi pubblicitari dovrebbe ottenere tutti i
suoi ricavi dai soli abbonamenti, quindi l'utilizzatore pagherebbe un canone molto più caro.
Diciamo dunque che, in assenza di esagerate speculazioni, il canone, più
una rispettosa e non invasiva Pubblicita', sarebbe un compromesso accettabile, no?
Lascio a voi valutare se le pay-tv rispondono o no a questi criteri, facendo per presente come, per esempio, sia possibile
godersi un bel film da una pay-tv come SKY, senza alcuna interruzione pubblicitaria.
La stessa cosa vale per giornali e riviste.
Non del tutto fastidioso sfogliare una rivista e trovare -ogni tanto- un riquadro pubblicitario o un'intera pagina, magari
fatta pure bene ed anche interessante come contenuto.
E lo stesso principio ovviamente applicabile al web.
Certo, ci sono siti utili e importanti che non hanno Pubblicità, vedi Wikipedia, ad esempio.
Come fanno a sopravvivere? Hanno fatto un grosso investimento iniziale per farsi conoscere, e poi, ad un certo punto anche loro
bussano cassa perchè nessuno può spendere milioni di dollari senza ripagarsi le fortissime spese di server e personale dipendente.
Poi ci sono siti che ti danno accesso solo dopo che ti sei iscritto.
Magari non ti chiedono soldi,
ma ti chiedono comunque i tuoi dati e indirizzo e-mail.
Migliaia di indirizzi e-mail
sono un patrimonio rivendibile e sfruttabile, non dimentichiamolo!
Quindi "sembra" che ti offrano i loro servizi gratis, ma in pratica sono interessati a succhiarsi i tuoi dati anagrafici!
Poi ci sono i siti, come
www.settemuse.it, che ti offrono migliaia di pagine ricche di contenuti e che hanno richiesto anni di
lavoro per essere redatte e tenute aggiornate anche in termini tecnologici e che presentano un certo spazio dedicato a varie forme
di banner e di contenuti pubblicitari.
E' ovvio che per sostenere i costi del server che ospita e trasmette le pagine e i costi di sviluppo/manutenzione pagine
ci deve essere una contropartita remunerativa.
Molti siti web, per, negli ultimi anni sono andati veramente verso la saturazione con spazi traboccanti di Pubblicità
che si sovrappongono anche al testo che stai leggendo (si chiamano pop-up) o che ti sparano un video (comprensivo di audio ovviamente) che non ti aspettavi.
Questi casi, oltre ad essere molto fastidiosi, possono anche mettere in imbarazzo un visitatore che magari stia operando dal posto di lavoro.
A causa proprio di questi editori scellerati e ingordi sono nate quelle forme di difesa che consentono di eliminare qualsiasi Pubblicita'
dalle pagine che si visitano.
Da un punto di vista legale, per, questo sbiancamento di una parte dei contenuti editoriali (a mio avviso)
da considerate come
violazione ai diritti d'autore dell'editore.
Ve lo immaginate se comprando una rivista in edicola vi trovaste le pagine con ritagliati o anneriti i vari riquadri pubblicitari?
Cosa farebbe una Mondadori di fronte a questa violenta censura...tanto per fare un esempio?
Sarebbe o no inaccettabile?
Ma non mi risultano denunce e cause in corso da parte di Google o Amazon o altri grandi siti web commerciali.
E Settemuse cosa fa?
Chiarito come stanno le cose e visto che la percentuale di utenti che hanno le Pubblicita' bloccate in continuo aumento, molto spesso ,
come detto sopra, all'insaputa del visitatore stesso, che ovviamente non va a cercare il perché non veda certi spazi pubblicitari,
anche Settemuse prima o poi si troverebbe costretta a chiudere.
Noi al momento abbiamo trovato un'espediente tecnico che ci consente di mostrare qualche proposta commerciale anche al visitatore che
ha attivo il blocco banner.
Si tratta della proposta di un libro appena uscito e di grande successo o altri prodotti particolarmente utili.
Infine molti visitatori del Web non sanno che la maggior parte dei banner pubblicitari non danno alcun guadagno all'editore se non vengono cliccati.
La semplice esposizione, dunque del tutto ininfluente ai fini del guadagno.
Portate pazienza, dunque e ricordatevi che se avete potuto trovare ci che cercavate o scoprire qualcosa che non sapevate
dal nostro sito solo grazie al fatto che ci sosteniamo grazie a quei modesti spazi pubblicitari che ci vengono pagati dagli sponsor.
Autore: Enrico Riccardo Spelta
(dicembre 2016)