Le fasi della vita


Le fasi evolutive dell'essere umano

I tre cervelli della specie umana

Questa è la storia dell'essere umano, che più di "essere" è tanto "avere" e di "umano" c'ha ben poco!

Ma vediamo di chiarirci una volta per tutte del perché siamo, dall'inizio della nostra storia, un tipo di essere vivente così anomalo, rispetto a tutto il resto della natura viva, piante comprese!

Se vuoi capire veramente come stanno le cose devi buttare nella spazzatura tutti i castelli mentali (c'è chi le chiama diversamente, ma io sono educato) come a dire filosofia, psicologia, coscienza, io, super io, anima e via di seguito.

Tutti concetti astratti, che alla fine mica ti chiariscono le idee, anzi, te le confondono sempre di più, fino ad arrivare a quella che è tanto di moda oggi anche da noi, ovvero la meditazione.

C'è poco da meditare per vivere meglio, e c'è tanto da studiare, invece!

Allora partiamo da un criterio molto semplice e diverso dagli altri.

Oggi lo possiamo fare questo sforzo perché gli studi rivolti al nostro cervello ci hanno fatto fare enormi passi avanti nella comprensione di come cavolo funziona la nostra testa!

Ho già scritto vari articoli su questo argomento, per cui qui mi limito a ripetere che noi abbiamo 3 cervelli, non uno solo!

Quali sono? Semplice: sono l'Istinto, la Ragione e l'Immaginazione.

L'istinto sta in quella parte del cervello che chiamiamo "amigdala", che sta nel sistema limbico del cervello. E' la parte più antica del nostro cervello, quella dove ci stanno le cose più importanti per campare.

Dopo l'istinto abbiamo tutta quella parte enorme che ci sta sopra e che abbiamo chiamato "neocorteccia".

Mi perdonino gli esperti, sto semplificando, ma questo non è un trattato scientifico sulla mente umana, ma una estrema sintesi, penso non contestabile, delle funzioni "principali", le più importanti insomma, che svolgiamo con la nostra mente.

In tempi in cui ancora si parla di "cuore" e di "anima", già tenere i piedi per terra e basarsi sulle più recenti scoperte scientifiche per farle comprendere a chiunque mi sembra un bel passo avanti!

La neocorteccia non è una sola! C'è la parte di sinistra e quella di destra, che funzionano diversamente.

La sinistra è piena di circuiti che sono specializzati in matematica, logica, ragione, ottimizzazione, semplificazione, calcolo, razionalità.

E' la parte noiosa e rompi scatole! Per quel cervello tutto deve essere sempre in ordine, preciso, pulito, educato, rigoroso e rispettoso di tutto e di tutti.

Non ci si vive bene con uno che ha sviluppato in modo abnorme quella parte lì!

La parte destra, invece, è la parte casinista. Lì ci sono i circuiti che ci fanno sognare, fantasticare, immaginare, creare, costruire robe nuove e che ci spinge verso tanti pensieri astratti.

Posso dire che non si vive bene neppure con una persona con la testa tra le nuvole?

Bello, no?


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Si, ma calma! Non è mica oro tutto quello che luccica!

Sempre nella parte destra la fantasia, la creatività e via dicendo non sono doti sempre e solo positive!

Con la creatività noi siamo capaci di fare anche nuove armi per ammazzare i nostri ipotetici nemici. Possiamo creare meccanismi di tortura, possiamo cacciare un sacco di balle per fregare il prossimo, delinquere, seviziare, umiliare, dominare, schiavizzare altri esseri viventi e non solo umani.

Ecco, una idea te l'ho data di che razza di problemi abbiamo nella crapa e si fa presto a capire che fare andare d'accordo i nostri 3 cervelli non può essere molto facile.

Ora trasformiamo questi concetti in simboli che rappresentino degli animali che conosciamo bene.

Mi piace la grafica. Serve ad imprimere meglio le idee nella mente.

fasi della vita paragonate ad animali


Da scimmia a bradipo

Guarda lo schema simbolico, senza dimenticare la premessa, ovvero che nel nostro istinto sono impresse due tendenze fondamentali per formare una coppia di mammiferi:

Il maschio tende ad essere competitivo esercitando la sua FORZA (fisica o mentale). In una sola parola definiamo il suo punto forte (o debole come vedremo) col termine VIRILITA'.

La femmina, invece, tende ad essere competitiva esibendo la sua bellezza, cercando di attrarre gli altri, di essere interessante. In questo caso il diciamo che il punto forte distintivo della sessualità femminile è la innata VANITA'..

Questi sono i due termini di attrazione per arrivare al momento della riproduzione della specie. Da una parte ci vuole un maschio virile e dall'altra una (o più!) femmine vanitose, cioè che cercano con tutti i mezzi di attrarre il maschio per dare il via alla riproduzione della specie, che è l'obiettivo PRIMARIO di ogni specie vivente (non dimentichiamolo questo punto!)

Se non avessimo tutto il resto del cervello abnorme che ci ritroviamo, il nostro comportamento sarebbe identico a qualsiasi specie di mammifero.

Ma noi dobbiamo fare i conti anche quel cervello evoluto che ci ritroviamo ed allora, come vedi dallo schema, si parte dalla scimmietta che rappresenta la nostra infanzia, con tutte le debolezze che la distinguono, dato che è puro istinto. Poi, passata la pubertà, che non è molto differente dall'infanzia, si arriva alla maturità. Siamo adulti, sì, ma che "tipo" di adulti?

Qui la scelta è ampia. Possiamo trasformarci in lupi cattivi. Egoisti, narcisi, prepotenti, ambiziosi, violenti, con las virilità alle stelle. La nostra società è piena zeppa di casi del genere.

Sono i maschiacci mai contenti, che vorrebbero divertirsi con tutte le femmine che incontrano, in barba al principio dell'atto che dovrebbe servire per la riproduzione! Il fatto è che a parte la riproduzione... quell'atto, con tutti e preamboli limitati solo dalla fantasia, è piacevole, MOLTO piacevole, anche se non finalizzato alla riproduzione.

E poi ci sono i LUPI, cioè quelli che hanno sublimato il concetto di virilità in concetto di POTENZA e che, per esempio, fanno denaro col denaro o che hanno invaso il pianeta con tutti i loro superflui prodotti e stili di vita, o che hanno condotto intere generazioni in guerre mostruose.

Ma ci sono anche i lupi della politica, delle religioni oppressive e di tante altre specie, ovvero li troviamo un po' dappertutto!

Se non diventiamo lupi, possiamo comportarci come mandrilli sempre arrapati, come dicevo. E' un genere abbastanza diffuso e non consideriamolo solo maschile. Anche le femmine, in modo diverso, sono arrapate, di successo, di esibizionismo narcisistico, di denaro facilmente afferrabile...date le caratteristiche attrattive esercitate verso il maschio debole e la loro innata vanità.

Infine c'è la grande massa della gente qualunque. Quelli che seguono le mode, che "consumano", che hanno bisogno di modelli, sia per il vestire che per il parlare. Modelli musicali, modelli di attori, modelli politici, a cui affidarsi ciecamente. E' la pecora che venera e cerca di emulare, oppure sottoscrive ad occhi chiusi una delega a far pensare qualcun altro al posto suo. I mediocri, così come gli onesti, i buoni, quelli che sanno ribaltare il concetto di Bene e Male, trovando piacere nell'aiutare e collaboarare con gli altri anziché prendere tutto per sé.

Tra le pecore che seguono ciecamente il pastore e i lupi che le guidano, come dicevo, ci possono essere altre forme di animali. Possiamo comportarci come cani o come gatti, per esempio.

Quante donne single sono paragonabili ad un bel gatto soriano, sornione?

I paragoni possono continuare, ma qui mi fermo. Divertiti tu a trovare i prototipi umani simili ad animali.

L'ultimo esempio animale da imitare potrebbe essere il delfino. E' bello il delfino, simpatico, intelligente, buono.

Tutta l'umanità dovrebbe diventare come i delfini. Ma è l'evoluzione più difficile, perché dobbiamo mettere da parte l'ambizione personale e trasformare il "piacere nell'avere" in "piacere nel dare". Mica facile fare stare zitta l'amigdala/istinto!

Naturalmente ognuno di noi può comportarsi in certe situazioni o momenti della sua vita più come un tipo d'animale o un altro. L'importante sarebbe che capissimo quando ci comportiamo bene e quando male, secondo lo schema indicato.

Ed infine, man mano che ci avviciniamo alla terza età è naturale che tutto rallenti nella nostra vita, che diminuiscano gli interessi, che l'istinto riproduttivo si assopisca, che il pensiero dell'imminente fine dei nostri giorni sia ricorrente e pervasivo, staccandoci lentamente dagli ingranaggi della quotidianità.

Diventiamo sempre più spettatori anziché protagonisti e così l'animale che è in noi si trasforma in bradipo.

Naturalmente siamo sempre nelle definizioni generiche, visto che ci sono anziani che battono in prontezza e acume molti giovani, ma la tendenza è al lento decadimento, partendo dalla memoria che da dopo i quarant'anni diminuisce di un 5% ogni decennio, per cui a ottant'anni non è improbabile che tu abbia dimenticato il 20% dei tuoi ricordi!

Questa è la storia che dobbiamo imparare. Semplicissima, no?

Che da piccoli si sia più simili a scimmie che altro lo capiamo facilmente. Il bambino è egoista, frigna quando vuole qualcosa, non gli importa niente di rompere le scatole a mamma e papà. Tutti devono essere al suo servizio.

Man mano che cresce si fa sempre più furbo oppure intelligente, sono due strade diverse ricordalo. I suoi altri due cervelli incominciano a capire come gira il mondo. Se c'è un solo dolcetto possono fregarlo e lasciare a guardare il fratellino! Ma se sono intelligenti, bene educati e sensibili, lo spezzano in due e ne danno metà al fratellino (comportamento delfino).

Poi, a seconda dell'educazione, cresciamo e lì avviene la scelta della personalità. Tutto dipende dall'educazione e dalla forza del nostro cervello.

Già perché i nostri cervelli mica sono tutti fatti con lo stampino!

Ci sono cervelli più potenti e ci sono cervelli un po' più fragili, già come dotazione di partenza.

Insomma, come dire che c'è chi nasce con una Toyota, ma anche chi parte con una Ferrari da corsa, come capoccia, così come c'è chi nasce con una cinquecento, al posto della testa.

Poi è vero che si può sempre stimolare una cinquecento a correre di più, così come uno può anche avere una Ferrari...ma non saperla guidare!

fasi della vita paragonate ad animali


Il cervello è come un appartamento

Dopo l'esempio in cui ho sfruttato similitudini con animali, proviamone un altro.

Potremmo dire, per esempio, che il nostro cervello è paragonabile ad un appartamento.

Abbiamo la cucina e camera da letto, che chiameremo "istinto".

Perché ho scelto la cucina e la camera da letto mi pare non richieda spiegazioni.

Poi a sinistra nella neocorteccia ci spostiamo verso lo studio, dove teniamo tutti i libri letti, le nozioni e capacità scientifiche, invenzioni, scoperte, calcoli, curiosità, tutto in ordine e con precisione.

Infine, a destra, il soggiorno.

Qui ci guardiamo le serie TV o una partita sbracati sul divano, oppure diamo sfogo alla fantasia, creatività, arte, musica, immaginazione, ma anche alla paranoia, depressione, malvagità, perversioni e via dicendo.

Quando noi nasciamo l'unica parte del cervellone già sviluppata e pronta all'uso è quella dell'istinto. E' logico che sia così.

I nostri avi, fin dai tempi più remoti, avevano in comune con tutti gli altri esseri viventi proprio l'istinto. E per tutte le bestie che ci circondano è ancora così. Lavorano solo con un cervellino fatto di istinti. Respirare, bere, mangiare, riprodursi, riposare... e il tutto sempre stando vigili che non ci siano pericoli in giro, ovvero auto-proteggendosi.

Tutto qui per vivere e diffondere una specie vivente.

E anche noi in partenza siamo stati così.

Appena uno nasce il cervellone ce l'ha vuoto, tutto da riempire, non ha ricordi, non sa parlare, non sa leggere, non capisce niente, è tutto nuovo per lui quello che vede. Ma se lo metti davanti ad un serpente, per esempio, immediatamente si prende una paura bestiale e strilla come un'aquila. Perché il serpente lo conosce già e il cucchiaio, per esempio, no?

Perché quelle cose pericolose le ha ereditate, l'ho già detto, stai attento, ostrega!

Stanno nella memoria dell'istinto, dove risiedono anche tutte le memorie emotive (altro che "cuore"!). Quelle che ci permettono di interpretare, per esempio, se una cosa che ci sta davanti è bella o brutta, buona o cattiva per noi. Degli altri non ce ne importa un accidenti!

Siamo deboli ed indifesi e quindi dobbiamo solo scegliere tra le cose buone per noi ed evitare o eliminare tutte quelle che non ci fanno stare bene e non ci piacciono, o non ci interessano, come "obbedire" o "essere altruisti", per esempio.

Allora, dopo tutte queste profonde riflessioni, cosa possiamo fare?

E' presto detto e se sei intelligente dovresti averlo già capito da solo.

Bisogna educare al meglio le scimmiette infantili. Si parte dai genitori, per cambiare la società.

Dare a neonati tutto ciò di cui hanno veramente bisogno, partendo dalla protezione e affetto, all'inizio, per passare gradualmente a imporre (con le buone o con le cattive se sono duri di zucca) le regole della vita sociale e dei personali diritti e doveri, alla pari, fino a condurli allo svezzamento completo, spingendoli ad andare fuori di casa per intraprendere la loro vita indipendente, con un sano bagaglio comportamentale e culturale.

Per completare bene lo svezzamento è fondamentale il concetto del tanti diritti...tanti doveri. Niente è gratis, tutto deve stare sempre in equilibrio. Mi dai, ti do. E sempre di più bisogna spingerli verso la gratificazione ottenuta più col dare che col prendere. Questa la dura legge della società, se vogliamo pavoneggiarci di essere superiori al mondo animale, altrimenti zitti e non diamoci arie da superuomini!

L'osservanza scrupolosa di questi principi è l'unica strada che porterebbe ad una nuova specie umana, come ho già scritto pensando al futuro ed al Probus, che qui non sto a spiegare.

La cultura, l'istruzione, il buon esempio, un sano stile di vita, critico e autocritico, è il meglio a cui aspirare, per non vedere più tutti i disastri che l'essere umano ha combinato in questi ultimi milioni di anni.

fasi della vita paragonate ad animali


Allora diamoci da fare per andare contro le banali leggi della Natura e per non fare vincere sempre e solo il più FORTE o la più BELLA, ma per trasformarci tutti nei più GENEROSI!

Autore: Enrico Riccardo Spelta

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