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Come arrivare alla Certosa di Pavia

La Certosa si trova praticamente alla periferia di Pavia, a circa 8 Km dalla città. Da Pavia seguire le indicazioni stradali che portano al famosissimo monumento che Gian Galeazzo Visconti volle edificare al limite nord dell’immenso parco del suo castello come mausoleo di famiglia.

Il complesso comprende la Chiesa a croce latina a tre navate, un Palazzo al lato del cortile prospiciente la chiesa, due chiostri, uno piccolo ed uno grande contornato dalle casette di 24 monaci, ognuna costituita da tre stanze e un giardino.

Come arrivare alla Certosa di Pavia (SetteMuse.it)

Il chiostro piccolo, al cui centro si trova un elegante giardino, era il fulcro della vita comunitaria dei padri, collegando con portici, ambienti come la chiesa, la sala capitolare, la biblioteca ed il refettorio.

Da esso si gode di una stupenda vista del fianco e del transetto della chiesa, con guglie, loggette e lo spettacolare tiburio.

La Certosa di Pavia, cenni storici

In data 27 agosto dell’anno 1396, in località detta “Torre del Mangano” a 5 km circa dalla città, Gian Galeazzo Visconti, Duca di Milano, poneva la prima pietra della Certosa nella cornice di una sfarzosa e festosa cerimonia cittadina.

Ai lavori di costruzione e decorazione dell’edificio destinato a sacello funebre della famiglia Visconti, con i 300 operai e le maestranze finanziate dal Duca, collaborarono anche i Padri Certosini, che avrebbero vissuto nell’attiguo monastero.

Dopo varie vicissitudini, il monastero fu ultimato nel 1452 e la chiesa nel 1473 e la facciata nel XVI secolo.

La Certosa di Pavia – La Facciata

Il progetto iniziale di facciata del Guiniforte Solari, era meno grandioso e complesso di quella realizzata, che, superando i sistemi ad arco acuto, introdotto dagli ingegneri tedeschi del Barbarossa, segna un’epoca importantissima nella storia dell’arte, un punto di partenza per una nuova architettura.

Il lavoro più sorprendente di tutta la facciata consiste nei quattro finestroni, le cui arcate sono bipartite da colonne che sembrano candelabri.

Le finestre finte corrispondono alle Cappelle e quelle vere alle Navate e furono eseguite dopo il 1501 dal Briosco, dal Pioltello e dai Della Porta, sotto la direzione dell’Amadeo.

La Certosa di Pavia – La Pittura

Risalgono all’ultimo decennio del XV secolo la decorazione pittorica delle volte, delle cappelle e del transetto, a mano dei fratelli Ambrogio e Bernardino Bergognone e da Giacomo de’ Mottis.

Le decorazioni sono complesse, occupando ogni spazio da fasce con decorazioni monocrome e tondi con figure di santi: nelle lunette, nelle trifore, nei catini grandeggiano le figure della Vergine, di santi, di duchi e di padri certosini.

Nelle finte bifore, lungo le navate laterali e nel transetto spiano figure di Certosini affacciati.

La Certosa di Pavia – Cappella di San Michele

Sull’altare: un polittico, in origine tutto del Perugino (1499), di cui resta oggi solo la parte mediana in alto con la figura del Padre Eterno benedicente.

Gli altri scomparti, asportati nel 1784, finirono nel 1856 alla National Gallery di Londra, ove sono tuttora.
Nella parte inferiore gli originali furono sostituiti con copie eseguite nel 1586.

In alto, quattro “Dottori della Chiesa” del Bergognone; Il paliotto è di Tommaso Orsolino e gli affreschi alle pareti del Nuvolone.

La Certosa di Pavia – Trittico Eburneo

La più antica opera scultorea della Certosa di Pavia è il Trittico Eburneo (in avorio), conservato nella Sacrestia Vecchia.

Questa celebre opera è attribuita a Baldassarre degli Embriachi che l’avrebbe realizzata tra il 1400 e il 1409.

Formato da settantasei scomparti, con rilievi di grande eleganza e perfezione d’intaglio non fu realizzato per la Certosa, ma acquistato da un precedente proprietario dai Padri Certosini.

La Certosa di Pavia – Lavabo dei Monaci

Dal transetto della navata destra, attraverso un elaborato portale d’accesso, si entra in un locale che contiene il Lavabo dei Monaci, una preziosa opera marmorea che fu commissionata, nel 1488, ad Alberto Maffioli da Carrara.

Secondo molti studiosi, però, l’artista sarebbe autore solo dell’apparato architettonico – decorativo, dei due tondi in alto e del busto al centro: le sculture della lunetta spetterebbero invece ad un artista lombardo, forse Antonio Mantegazza.

Monumento Funebre di Gian Galeazzo Visconti

Collocato nel braccio destro del transetto, sotto la ricca edicola, opera di Gian Cristoforo Romano che la eseguì tra il 1492 e il 1497, riportandovi episodi di vita del Duca Gian Galeazzo Visconti, è posto il sarcofago, opera (tardiva) dell’Alessi, in cui riposano le spoglie dello stesso Duca di Milano e della prima moglie Isabella Valois.

La statua della Vergine è del Briosco, le statue della Fama e della Vittoria vennero scolpite da Bernardino da Novara nel 1562.

Gli episodi della vita del Duca Gian Galeazzo Visconti caffrescati dal Romano raffigurano il Duca mentre riceve il potere dal padre Galeazzo II, quando l’Imperatore lo nomina Duca, e nell’atto della posa della prima pietra della Certosa nel 1396.

Matteo Fantozzi

Giornalista pubblicista dal 2013 è laureato in storia del cinema e autore di numerosi libri tra cui “Gabriele Muccino il poeta dell’incomunicabilità” e “Gennaro Volpe: sudore e cuore”. Protagonista in tv di trasmissioni come La Juve è sempre la Juve su T9 e Il processo dei tifosi su Teleroma 56.

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