Chiara Ferragni affronta la sua prima udienza a Milano legata al “Pandoro Gate”, scegliendo il rito abbreviato.
Per Chiara Ferragni si apre una nuova e delicata fase giudiziaria. L’imprenditrice digitale si è presentata oggi per la prima volta in un’aula di tribunale, a Milano, per l’udienza relativa al cosiddetto “Pandoro Gate”, il caso che ha acceso il dibattito pubblico sulle campagne benefiche legate ai prodotti Balocco.

Con un atteggiamento composto e un sorriso pacato, Ferragni ha deciso di parlare brevemente ai giornalisti, rompendo un silenzio durato settimane: “Grazie per l’attenzione, grazie di essere qua. È una fase sicuramente difficile della mia vita e penso mi capirete se non mi sento di fare ulteriori dichiarazioni, però grazie di essere qua e andiamo avanti.”
Le sue parole, semplici ma cariche di significato, raccontano il peso umano di una vicenda che va oltre l’aspetto mediatico. Mentre Fedez si racconta nel suo nuovo libro, Chiara affronta in prima persona un capitolo complesso, affiancata dai propri legali e sostenuta dai suoi collaboratori più stretti.
Chiara Ferragni in tribunale: cosa è successo nell’udienza di Milano
Durante l’udienza di oggi, tenutasi a porte chiuse, i legali di Chiara Ferragni hanno confermato la volontà di richiedere il rito abbreviato, una procedura che prevede uno sconto di pena in caso di condanna. La sentenza è attesa per gennaio 2026, ma il procedimento proseguirà con un nuovo appuntamento fissato per il 19 novembre.

Nello stesso contesto è emerso un dettaglio rilevante: alcune associazioni e una donna di 76 anni, inizialmente intenzionate a costituirsi parte civile, hanno ritirato le proprie istanze dopo aver raggiunto accordi extragiudiziali di risarcimento. L’unica associazione ancora parte attiva nel processo è la Casa del Consumatore, che ha rifiutato una proposta di risarcimento di 5mila euro, giudicandola “irrisoria rispetto ai profitti di 2,7 milioni di euro” generati dalle campagne contestate.
Secondo l’accusa, infatti, le iniziative promozionali del Pandoro Pink Christmas e delle uova di Pasqua avrebbero indotto i consumatori a credere che parte del ricavato fosse destinata all’Ospedale Regina Margherita di Torino e all’associazione I Bambini delle Fate. In realtà, la donazione di 50mila euro da parte di Balocco era già stata effettuata mesi prima, indipendentemente dalle vendite dei prodotti.
I legali di Chiara Ferragni continuano a sostenere la totale buona fede dell’imprenditrice, parlando di un errore di comunicazione e non di dolo. La stessa Ferragni, dopo le polemiche, ha scelto di donare 3,4 milioni di euro a sostegno di cause benefiche, gesto che molti hanno interpretato come un segnale di responsabilità personale e professionale.
Ora la parola passa al giudice, che dovrà valutare la richiesta di rito abbreviato e stabilire i prossimi passaggi del processo. Per Chiara Ferragni, quella che lei stessa ha definito “una fase difficile” continua, tra attesa, riflessione e la volontà di andare avanti.





