Biografia e vita di Ricci Marco (Italia, 1676-1729)
Marco Ricci, pittore paesaggista italiano, nasce a Belluno il 5 giugno 1676 ed inizia la propria formazione artistica a Venezia presso lo zio,
Sebastiano Ricci realizzando opere di soggetto storico o religioso.
Fondamentale per la sua formazione e per la scelta di nuovi soggetti pittorici, è stato un viaggio a Roma compiuto negli ultimi anni del Seicento, quando Marco Ricci ha avuto modo di studiare le opere di
Salvator Rosa e di altri specialisti romani del paesaggismo, dai quali assorbì una pennellata sempre più rapida e sciolta.
Alla nuova capacità di creare paesaggi originali, il giovane pittore unì la sua profonda conoscenza della tradizione veneta del primo Cinquecento, risalente agli esempi di artisti quali Domenico Campagnola ed il primo
Tiziano.
Durante una rissa conclusasi con un omicidio, Marco Ricci fu costretto a fuggire da Venezia.
Alcuni critici sostengono che si rifugiò a Spalato in Dalmazia, dove lavorò nella bottega di un pittore paesaggista (forse) l'anconetano
Antonio Francesco Peruzzini che aveva collaborato, per il paesaggio, in un dipinto di Sebastiano Ricci; altri storici mettono in dubbio il luogo dell'esilio.
In ogni caso, rientrato a Venezia nei primi anni del Settecento, divenne fedele collaboratore dello zio, lavorando in molte occasioni a quattro mani: Marco realizzava il paesaggio con l'uso di colori caldi, con la presenza di numerosi elementi naturali, animali, piante e reperti archeologici fra i quali Sebastiano inseriva le sue figurette.
Nel 1708 seguì Charles Montagu, Conte di Manchester a Londra dove era stato invitato, assieme ad Antonio Pellegrini, allo scopo di approntare scenografie per l’opera italiana nel Queen's Theatre di Haymarket, realizzando le scene del "Pirro e Demetrio" di Alessandro Scarlatti e Nicola Haym.
Durante il viaggio Marco Ricci che si era creato un suo stile realistico, spesso espresso con grande enfasi drammatica, privilegiando i toni bruni del colore e il chiaroscuro marcato, attraversò l’Olanda ed ebbe occasione di ammirare le opere dei pittori olandesi e fiamminghi del Seicento, cioè dei massimi rappresentati del paesaggismo nelle sue forme più strettamente legate al “vero”.
Riconfermando la sua natura rissosa il pittore fu costretto a tornare a Venezia verso la fine del 1711 a causa, sembra, di una lite con il Pellegrini.
L'anno dopo tornò a Londra con lo zio e vi rimase altri due anni prima di tornare definitivamente a Venezia dove risulta iscritto alla Fraglia dei pittori nel 1726 e nel 1727 e dove morì il 21 gennaio, 1730.
Pur essendo stato un pittore prolifico, i suoi lavori sono dispersi in varie collezioni private ed almeno una cinquantina non sono ancora stati ritrovati.