Simone Martini, grande pittore di scuola senese del gotico internazionale, nasce a Siena nel 1284.

Poco si sa della sua vita prima del 1315.

Il Vasari sostiene che Simone Martini sia stato allievo di Giotto, anche se, il particolare uso decorativo del colore e del contorno lascia intuire che quasi certamente la sua prima formazione sia avvenuta da Duccio di Buoninsegna.

Nel 1315 realizza l'opera che meglio rappresenta la sua arte, il grande affresco della "Maestà" nella Sala del Mappamondo del Palazzo Pubblico di Siena, poi rielaborata successivamente nel 1321.

I materiali sontuosi e il distacco della Madonna derivano dallo stile bizantino della generazione precedente, la linea decorativa, il gesto e l'espressione sono tipici dello stile gotico cortese in uso a Siena.

In questo affresco si può notare anche un uso della prospettiva finalizzato per creare profondità e maggior realismo.

Nel 1317 Simone Martini dipinge una pala d'altare per Roberto d'Angiò (re di Napoli, 1309-1343). Le scene sono rappresentate da composizioni in prospettiva.



Probabilmente dello stesso periodo risale anche la decorazione ad affresco della cappella di S. Martino nella Chiesa Inferiore di S. Francesco ad Assisi.

La cappella rappresenta un perfetto connubio tra valori religiosi e laicità, proprio perché è considerata come la più alta espressione dei valori cortesi e cavallereschi, aprendo la via ad un'arte concentrata sul terreno e sull'uomo.

Nel 1328 Simone Martini realizza un affresco sulla parete di fronte proprio alla sua Maestà nel Palazzo Comunale di Siena, per commemorare il condottiero Guidoriccio da Fogliano, che in quell'anno vince una grande vittoria per i senesi e libera la città di Montemassi.

Quest'opera è altamente originale, considerata come uno dei primi ritratti equestri. Di recente è stata però oggetto di controversie, tanto che alcuni studiosi sostengono che non sia opera di Simone Martini, in quanto risalente ad un periodo successivo. Questa tesi si basa su prove tecniche che pare dimostrino che la parte di affresco si trova sopra ad un altro affresco del 1363.



L'opera che meglio riassume l'arte di Simone Martini è l' "Annunciazione" del 1333, firmata congiuntamente con Lippo Memmi.

Si tratta di un affascinante insieme, composto da una fragile grazia, un dolce sentimento e grande cura per la bellezza dell' artigianato.

Il lavoro di Simone Martini è pienamente gotico, ragion per cui è fortemente apprezzato in Francia.

Dal 1335 fino alla sua morte Simone Martini lavora proprio in Francia, presso la corte papale di Avignone.

Durante questo soggiorno conosce Francesco Petrarca.

Nel 1342 dipinge un insolito soggetto, "Cristo rimproverato dai suoi genitori", frontespizio di un manoscritto di Virgilio appartenente al poeta Petrarca.

Dipinge anche un ritratto dell'amata Laura del Petrarca, oggi perduto, ma menzionato in uno dei sonetti del poeta.



Le opere realizzate in Francia sono andate per lo più perdute, ad eccezione di un polittico dedicato a Napoleone Orsini.

Martini è il primo artista a portare oltralpe lo stile artistico italiano.

Proprio per questo la sua presenza in Francia è di fondamentale importanza per aver contribuito alla nascita di un gotico internazionale.

Simone Martini muore ad Avignone nell' agosto del 1344.

La sua arte sarà seguita da artisti italiani, francesi e delle Fiandre.