6 mesi in più a lavoro: molti lavoratori dovranno posticipare la pensione

L’innalzamento dell’età pensionabile colpirà tantissimi lavoratori. Per alcuni i criteri diventeranno più restrittivi.

Come anticipato più volte dal Governo, dal 2027 dovrà essere osservato un nuovo requisito anagrafico per poter accedere alla pensione. Per effetto dell’adeguamento alle speranze di vita, infatti, l’età pensionabile passerà da 67 anni a 67 anni e 3 mesi. Gli unici a essere esclusi saranno gli addetti a mansioni gravose e usuranti.

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6 mesi in più a lavoro: molti lavoratori dovranno posticipare la pensione (settemuse.it)

Bloccare tale meccanismo è un’utopia, visto che servirebbero tra i 4 e i 5 miliardi di euro. Ma le sorprese non sono finite qui, perché a partire dal 2028 potrebbero esserci ulteriori inasprimenti, a seconda della categoria lavorativa di appartenenza.

Aumento età pensionabile fino a 6 mesi: chi verrà penalizzato?

L’aumento dell’età pensionabile di 3 mesi sarà graduale, tra il 2027 e il 2028. Per alcuni lavoratori, tuttavia, le novità saranno più evidenti. Le Forze Armate e di Polizia, ad esempio, subiranno un innalzamento complessivo di 6 mesi, perché nel 2027 è stato stabilito un adeguamento aggiuntivo.

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Aumento età pensionabile fino a 6 mesi: chi verrà penalizzato? (settemuse.it)

Anche per gli addetti a lavori gravosi e usuranti, in realtà, ci saranno delle penalizzazioni in termini di tempistiche per l’uscita dal lavoro. Nonostante per tale categoria sia stato disposto il blocco dell’adeguamento, non sarà più ammessa l’uscita anticipata a 66 anni e 7 mesi (agevolazione attiva fino al 31 dicembre 2026). Dal 2027, di conseguenza, anche per questi lavoratori ci sarà un aumento dell’età pensionabile di 5 mesi.

Adeguamento ai dati ISTAT sulle speranze di vita: come funziona?

Da cosa deriva l’adeguamento alle speranze di vita? Questo meccanismo è stato introdotto dalla Legge Fornero e, da allora, viene sempre applicato, a eccezione della “sospensione” dovuta alla crisi pandemica. Lo scopo dell’adeguamento è assicurare la stabilità del sistema economico, perché una sua abolizione determinerebbe un esborso eccessivo per le casse dello Stato.

La situazione è destinata a mutare continuamente in futuro. Dal 2029, infatti, ci sarà un’ulteriore crescita di due mesi, per un totale di 5- 6 mesi. Al momento, si tratta solo di ipotesi e bisognerà valutare, di volta in volta, gli aggiornamenti dell’ISTAT e le manovre finanziarie. L’unica notizia certa è che gli addetti a mansioni gravosi o usuranti potranno continuare a beneficiare degli attuali requisiti, cioè 67 anni di età e 30 anni di contributi. L’attività lavorativa, inoltre, deve essere stata svolta per almeno 6 anni negli ultimi 7 o per almeno 7 anni negli ultimi 10. L’accesso anticipato alla pensione con 66 anni e 7 mesi di età varrà fino al 2026. Per evitare brutte sorprese, chi ha intenzione di andare in pensione dovrebbe controllare attentamente la propria posizione.

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