Arriva la proposta che rivoluziona la quattordicesima sulle pensioni e la rivalutazione. Come potrebbero cambiare gli assegni?
La CGIL, lo scorso 25 ottobre, ha indetto uno sciopero per contestare la nuova Manovra finanziaria. Tra i temi più rilevanti, c’è anche l’attesissima riforma delle pensioni, necessaria per superare i requisiti attualmente fissati dalla Legge Fornero.
Il Segretario Generale della CGIL, Maurizio Landini, ha sottolineato l’urgenza di apportare delle modifiche all’attuale sistema previdenziale, anche in virtù dell’imminente aumento dell’età pensionabile. Proprio le pensioni stanno alimentando il malcontento sociale, visto che tantissimi contribuenti temono di dover dire addio alla maggior parte degli strumenti di flessibilità in uscita, nonostante le continue promesse del Governo di rendere meno aspre le condizioni per l’accesso al pensionamento. Ma quali sono le proposte che potrebbero aiutare i lavoratori italiani?
L’Italia non è solo uno dei Paesi europei in cui l’età pensionabile è più elevata, ma è anche quello in cui bisogna fare i conti con assegni spesso eccessivamente bassi, anche al di sotto della soglia di povertà.
Quale sarebbe la soluzione alla maggior parte di tali problematiche, per il Segretario Generale CGIL, Maurizio Landini? Un nuovo sistema di rivalutazione piena delle pensioni e il riconoscimento della quattordicesima a una platea di beneficiari più ampia.
Sul primo punto, il Segretario auspica un adeguamento integrale degli assegni pensionistici, per difenderli dall’aumento dell’inflazione. Ogni anno, infatti, gli importi vengono rivalutati sulla base del tasso rilevato dall’ISTAT. La rivalutazione al 100%, tuttavia, non è prevista per tutti, ma solo per gli assegni più bassi, fino a quattro volte il trattamento minimo INPS, ossia pari a 2.466,68 euro lordi al mese. Al momento, il meccanismo di adeguamento al costo della vita segue le seguenti regole:
Su tale fronte, però difficilmente la proposta di Landini risolverebbe il problema degli assegni eccessivamente bassi, perché i benefici della rivalutazione piena sarebbero minimi, visto che già c’è un sistema di salvaguardia per i redditi inferiori.
L’altra idea consisterebbe nell’erogazione della quattordicesima a un numero più folto di pensionati. Al momento, la mensilità aggiuntiva è riconosciuta a coloro che hanno un assegno di importo fino a due volte il trattamento minimo, ossia 1.233,34 euro lordi al mese. Includere più contribuenti nella categoria dei beneficiari significherebbe aumentarne il potere d’acquisto, ma sarà necessario reperire sufficienti risorse economiche per attuare tale riforma.
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