poesie e poeti italiani e stranieri Stephane Mallarme


SALUTO



Stephane Mallarmé - Saluto

Nulla, spuma, vergine verso
A non designar che la coppa;
Tal si tuffa lungi una frotta
Di sirene, il dorso riverso.
Noi navighiamo, o miei diversi
Amici, io già sulla poppa
Voi sulla prua ch'apre alla rotta
Flutto di folgori e d'inverni;
Un'ebbrezza bella m'ingiunge
Senza temer beccheggio lungo
Di levar alto questo salve
Solitudine, scoglio, stella
A non importa ciò che valse
La cura bianca della vela.


INTRODURMI



Stephane Mallarmé - Introdurmi

Introdurmi nella tua storia
Come un eros sbigottito
Se ha col nudo piede toccato
Un po' d'erba del territorio
Contro ghiacciai attentatore
Io non so l'ingenuo peccato
Che tu avrai impedito
D'alto riso la sua vittoria
Dì se il contento in me è poco
Tuono e rubini alla mia trave
Di veder nell'aria ove sale
Con dispersi reami un fuoco
Morir la ruota sangue e croco.
Di mie bighe prece serale.


IL PAGLIACCIO PUNITO



Stephane Mallarmé - Il pagliaccio punito

Occhi, laghi alla sola mia ebbrezza di rinascere
Altro dall'istrione che col gesto ridesta
Come piuma di lampade ignobili la cenere,
Ho bucato nel muro di tela una finestra.
Nuotando traditore con gambe e braccia sciolte,
A molteplici balzi, rinnegando nell'onda
Il falso Amleto! è come se mille e mille volte
Per vergine sparirvi innovassi una tomba.
Ilare oro di cembalo che una mano irritò
Il sole tocca a un tratto la pura nudità
Che dalla mia freschezza di perla io esalai,
Rancida nera pelle quando su me è passata,
Ch'era tutto il mio crisma io ignorato, ingrato!,
Quel trucco dentro l'acqua perfida dei ghiacciai.


SUPPLICA FUTILE



Stephane Mallarmé - Supplica futile

Principessa! a invidiare d'un'Ebe la ventura
Che ai labbri e al vostro bacio spunta sulla tazzina,
Consumo gli occhi, ma la discreta figura
Mia d'abate neppure starebbe sul piattino.
Poi ch'io non sono il tuo cagnolino barbuto,
Né il dolce, né il rossetto, né giuochi birichini,
E su di me il tuo sguardo chiuso io so caduto,
Bionda cui acconciarono orefici divini!
Sceglieteci... tu cui le risa di lampone
Si congiungono in gregge come agnellette buone
Brucando in tutti i voti, belando paradisi;
Affinché Amore alato d'un ventaglio sottile
Mi vi pinga col flauto mentre addormo l'ovile,
Principessa, sceglieteci pastor dei tuoi sorrisi.


SONETTO



Stephane Mallarmé - Sonetto

Il verginale, il bello e il vivace presente
Con un colpo dell'ala ebbra ecco ci spezza
Il duro lago obliato chiuso dal trasparente
Ghiacciaio di quei voli che mai seppero altezza!

Un cigno d'altri giorni se stesso a ricordare
S'abbandona magnifico, ma ormai senza rimedio
Per non aver cantato la plaga ove migrare
Quando già dello sterile inverno splenda il tedio.

Questa bianca agonia inflitta nello spazio
Al collo che lo nega lo scuoterà di strazio,
Ma non l'orror del suolo dove sta prigioniero.



Stephane Mallarmé biografia

Stéphane Mallarmé (Parigi, 18 marzo 1842 - Valvins, 9 settembre 1898) è un poeta e critico francese. Lavora come insegnante di inglese e passa buona parte della vita in relativa povertà, pur essendo uno dei maggiori poeti del simbolismo francese, giustamente conosciuto anche per il suo salotto, occasionali raduni di intellettuali in casa sua, per discutere di poesia, arte, filosofia.

I suoi primi lavori debbono molto allo stile definito da Charles Baudelaire. Il suo stile fine secolo, d'altro canto, anticipa molte delle fusioni tra poesia e altre arti che stanno per sbocciare nelle scuole dadaiste, surrealiste e futuriste, dove si esplorano le tensioni tra le parole stesse e il modo in cui esse sono esposte sulla pagina.

Ma le opere di Mallarmé sono più interessate all'interazione tra stile e contenuto. Questo è particolarmente evidente nel suo altamente innovativo poema Un coup de dés jamais n'abolira le hasard ('Un tiro di dadi mai abolirà il caso', 1897), il suo ultimo lavoro importante.

Alcuni considerano Mallarmé uno dei poeti francesi più difficili da tradurre, per lo meno in inglese. Ci si riferisce spesso all'implicita vaga natura di molte tra le sue opere, ma questa spiegazione è davvero troppo semplicistica. A una più accurata lettura nell'originale lingua francese, risulta chiaro che l'importanza delle relazioni sonore tra le parole in poesia eguaglia, se non sorpassa, l'importanza dei significati tradizionali delle parole stesse.

Ciò genera nuovi significati nel testo parlato che non sono evidenti alla sola lettura "mentale". é questo l'aspetto del componimento che è impossibile rendere con la traduzione (in special modo se si tenta una fedeltà più letterale anche verso le parole), dato che sgorga dalle ambiguità inestricabilmente legate alla fonologia della lingua francese parlata. Si può anche dire che è questo aspetto di "puro suono" della sua poesia ad aver portato fino alle sue ispirate composizioni musicali, e al diretto paragone con la musica.

Un perfetto esempio di questo gioco di suoni appare nel libro di Roger Pearson, "Unfolding Mallarmé", nell'analisi del Sonnet en '-yx'. Il poema si apre con la frase 'ses purs ongles' ('le sue unghie pure'), che letto ad alta voce suona molto simile alle parole 'c'est pur son' (è puro suono'). Questo uso dell'omofonia, assieme alle relazioni e agli strati di significati che vi risultano, è praticamente impossibile da cogliere e catturare attraverso una traduzione.

La poesia di Mallarmé è stata fonte d'ispirazione per molte opere musicali, tra cui il Prélude à l'après-midi d'un faune di Claude Debussy (1894), libera interpretazione del poema L'après-midi d'un faune (1876), che crea vigorose impressioni con l'uso di frasi sorprendenti ma isolate. Debussy mise in musica anche i Trois poèmes de Stéphane Mallarmé (1913).

Perde la madre nel 1847 e viene affidato ai nonni. Messo in collegio dal 1852, è un allievo mediocre, e gli sarà vietata l'iscrizione dal 1855. Convittore al liceo di Sens, è profondamente segnato dalla morte della sorella Maria nel 1857.

In questa stessa epoca, compone i suoi primi poemi adolescenziali, raccolti in Entre deux murs (Tra due muri), testi ancora fortemente ispirati da Victor Hugo, Théodore de Banville o ancora Théophile Gautier. La scoperta dei Fiori del male di Charles Baudelaire nel 1860 è per lui importante e influenzerà le sue prime opere adulte.

Quello stesso anno, entra nella vita attiva divenendo studente fuori corso a Sens, "primo passo nell'abbruttimento", a suo avviso. Nel 1862, alcuni suoi poemi appaiono in diverse riviste. Conosce una giovane governante tedesca a Sens, e lasca il suo lavoro per stabilirsi a Londra con lei, con l'intenzione di divenire professore d'inglese.

Riformato al servizio di leva nel 1863, sposa Maria a Londra e ottiene in settembre l'abilitazione all'insegnamento dell'inglese. Sempre in settembre, è nominato titolare di cattedra al liceo di Tournon (Ardèche, dove si sente in esilio. Non smette in questo periodo di comporre i suoi poemi, come Les fleurs, Angoisse, «Las d'un amer repos...(stanco di un amaro riposo)» . Durante l'estate del '64, incontra a Avignone i félibres, poeti di lingua provenzale: Théodore Aubanel, Joseph Roumanille e Frédéric Mistral, con cui manterrà una corrispondenza. La figlia Geneviève nascerà a Tournon in questo periodo.

L'anno successivo compone L'après-midi d'un faune, che spera di vedere rappresentato al Teatro Francese, ma che gli verrà rifiutato.

Il '66 segna una svolta nella vita di Mallarmé, a partire da un soggiorno a Cannes, dove attraverserà un periodo di dubbio assoluto che durerà fino al 1869.

Nominato professore a Besanà§on, inizia a novembre una corrispondenza con Paul Verlaine.

Nel '71 nasce il figlio Anatole e, dopo la nomina a Parigi, vi si trasferisce.

Nel '83, Paul Verlaine dà alle stampe il terzo articolo dei poeti maledetti dedicato a Mallarmé, opera che apparirà poi nel 1884, come il libro di Joris Karl Huysmans, A rebours, il cui personaggio principale, des Esseintes, manifesta una viva ammirazione ai poemi di Mallarmé: queste due opere contribuiranno alla notorietà del poeta.

Due sue importanti opere verranno pubblicate nei due anni successivi: L'explication orphique de la Terre e M'introduire dans ton histoire, il suo primo poema senza punteggiatura.

Nel 1892, alla morte di Manet, è nominato tutore di sua figlia, intensificando ancor più in questo modo i contatti con la vedova del pittore, pittrice lei stessa, Berthe Morisot.

Il poeta ottiene d'esser pensionato dall'insegnamento nel novembre 1893, e l'anno seguente tiene delle conferenze letterarie a Cambridge e Oxford.

Nel '98, si schiera al fianco di Zola al momento della pubblicazione del suo famoso articolo J'accuse in favore del capitano Alfred Dreyfus nell'ambito dell'omonimo affare.

L'8 settembre 1896, rischia di soffocare e, come testamento artistico, raccomanda con una lettera alla moglie e alla figlia di distruggere tutti i suoi scritti, in quanto "non esiste eredità letteraria....".

Morirà l'indomani.


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6 offerta ibs Libri di  Stephane Mallarmé

I «Trois poèmes de Stéphane Mallarmé» di Maurice Ravel. Poesia e musica alle origini della modernità
Pestelli Giorgio, 2008, Trauben
Hérodiade, Scène
Martoccia Giuseppe, 2007, Aracne
Il silenzio delle sirene. Percorsi di scrittura nel Novecento francese
Risset Jacqueline, 2006, Donzelli
Manet e gli altri. Scritti d'arte
Mallarmé Stéphane, 2004, Medusa Edizioni
Poesie e prose. Testo francese a fronte
Mallarmé Stéphane, 2005, Garzanti Libri
Stephane Mallarmè. Un secolo di poesia. Atti del Convegno internazionale di studi (Napoli, 11-12 novembre 1999)
2004, La Città del Sole
Il mare e la cattedrale. Il pensiero musicale nel discorso poetico di Baudelaire, Verlaine, Mallarmé
Landi Michele, 2001, ETS
Il sogno, la follia. La passione dell'impossibile in Mallarmé e Van Gogh
Simone Pasquale, 2001, Besa
Gli antichi dèi
Mallarmé Stéphane, 2001, Tirrenia-Stampatori
Parole mancanti. L'incompiuto nell'opera di Mallarmé
Bevilacqua Luca, 2001, ETS
Soliloquio d'un fauno. Mallarmé tradotto da Vincenzo Palumbo
Mallarmé Stéphane, 2000, ETS
Il corteggio di Diana. Heine, Banville, Mallarmé, Valery
Giaveri M. Teresa, 1998, ETS
Mallarmé. Il fauno e la principessa
Tomacelli Patrizia, 1996, Arcipelago Edizioni
Racconti indiani. Testo tedesco a fronte
Mallarmé Stéphane, 1995, Fazi