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Giovanni Raboni breve biografia e contenuti dei suoi libri


Foto di Giovanni Raboni

Giovanni Raboni nasce a Milano il 22 gennaio 1932.

Prima di dedicarsi alla letteratura, studia legge ed esercita la professione di avvocato.

La sua carriera di poeta inizia nel 1961 con "Il catalogo è questo", presentato da un'introduzione di Carlo Betocchi.

Tra le raccolte successive si ricordano "Le case ,della Vetra" (1966), "Economia della paura" (1970), poi confluito nel più ampio "Cadenza d'inganno" (1975), "Nel grave sogno" (1982), "Canzonette mortali" (1986) e la raccolta "A tanto caro sangue: poesie 1953-1987" (1988).

Con "Versi guerrieri e amorosi", uscito nel 1990, Raboni passa dalla forma libera a quella chiusa e recupera la metrica tradizionale e la rima.

Seguono: "Ogni terzo pensiero" (1993) e "Quare tristis" (1998).

Con "Barlumi di storia" (2002)  Raboni torna al verso libero e alla prosa-poesia, ripensando alla guerra vissuta da bambino e agli eventi storici contemporanei, di un presente visto con dolore e insofferenza.


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Raboni è stato anche giornalista e intellettuale pronto a mettersi in gioco, come recensore (su 'Tuttolibri' e poi 'Il Corriere'), come direttore di collane editoriali, alla scoperta di voci nuove o di vecchie da recuperare, come membro del Cda del Piccolo Teatro di Milano.

Per il palcoscenico ha scritto vari testi, ultimo dei quali è "Alcesti o la recita dell'esilio".

Lopera poetica di Giovanni Raboni

Notevole anche la sua attività di traduttore, con due momenti importanti, la traduzione dei "Fiori del male" di Baudelaire per Einaudi e di tutta la "Recherche" di Proust per i Meridiani Mondadori, due autori che hanno lasciato il segno nella sua poesia personale con il continuo riferimento al sogno, come momento reale di vita, e per quella nostalgia e malinconia prosastica: "Quello che il tradurre ti porta via - diceva - te lo restituisce in fermenti interiori".

Giovanni Raboni muore il 16 settembre 2004 a Parma in seguito ad un attacco cardiaco, una morte attesa con sereno distacco, come traspare dai versi conclusivi del componimento finale del suo ultimo libro, "Barlumi di storia" (2002):

La poesia che si fa, di Giovanni Raboni

Si farà una gran fatica, qualcuno
direbbe che si muore - ma a quel punto
ogni cosa che poteva succedere
sarà successa e noi
davanti agli occhi non avremo
che la calma distesa del passato ...
E tutto, anche le foglie che crescono,
anche i figli che nascono
tutto, finalmente, senza futuro"
.

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Alcesti o La recita dell'esilio
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Per Giovanni Raboni. Atti del convegno di studi. Firenze 20 ottobre 2005
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