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Carlo Emilio Gadda breve biografia e contenuti dei suoi libri


Foto di Carlo Emilio Gadda

Carlo Emilio Gadda, forse uno degli autori italiani di fine Ottocento ancora leggibile è nato a Milano il 14 Novembre 1893.

La sua infanzia è stata piuttosto per i cattivi investimenti paterni che riducono la famiglia sul lastrico.

Quando il padre muore, nel 1909, la madre prende le redini della famiglia e Gadda che voleva continuare gli studi letterari, venne forzato ad iscriversi alla Facoltà di ingegneria del Politecnico di Milano.

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale si arruola volontario (le sue memorie appariranno in "Diario di guerra e di prigionia"), viene fatto prigioniero dopo Caporetto e deportato a Celle Lager nell'Hannover.

Al suo ritorno, nel 1919, scopre che suo fratello che combatteva come aviatore è precipitato durante un combattimento.


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Questa perdita lo addolora enormemente, ma i doveri verso la famiglia hanno il sopravvento, si butta nello studio e si laurea in ingegneria elettrotecnica in breve tempo, lavora in Sardegna, in Lombardia fino ad emigrare in Argentina (per fare un lavoro che non amava).

L'ingegner fantasia

Tornato a Milano nel 1924, si iscrive alla Facoltà di filosofia, mantenendosi insegnando matematica e fisica al liceo Parini.

Nel 1925 riprende l'attività di ingegnere, ma rispondendo al richiamo della letteratura inizia a collaborare alla rivista fiorentina «Solarià», pubblicandovi saggi e racconti.

Tra il 1928 e il 1929, durante un lungo riposo dovuto a motivi di salute, elabora vari testi rimasti incompiuti e dopo breve pubblica il suo primo libro "La Madonna dei filosofi".

In questo periodo, pieno di idee, scrive "Un fulmine sul 220", una novella divenuta racconto lungo, poi un romanzo in cinque capitoli, che non finirà; questo romanzo incompiuto verrà nel 2000 ricostruito per l'editore Garzanti da Dante Isella utilizzando appunti e quaderni autografi di Gadda.

Nel 1934 Carlo Emilio Gadda pubblica il suo secondo romanzo "Il Castello di Udine" (1934), che vince il premio Bagutta.

Alla morte della madre nel 1936, Gadda che era costretto, per vivere, a dividersi fra il lavoro di ingegnere e quello di scrittore, vende la villa di famiglia e cominciare un nuovo romanzo: " La cognizione del dolore", che verrà pubblicato (incompleto) a puntate su Letteratura nel 1938-41 diventando volume solo nel 1963 (vincendo il Prix International de Littérature) e ancora nel 1970 con l'aggiunta di due capitoli inediti.

Abbandonata definitivamente la professione di ingegnere e deciso di vivere del suo lavoro di scrittore, dal 1940 al 1950, Gadda vive a Firenze dove si lega a scrittori e critici, come Bonsanti, Montale, Bo, Landolfi e molti altri, dando alle stampe "Le meraviglie d'Italia" (1939), "Gli anni" (1943), e la raccolta "L'Adalgisa" (1944).

La cognizione del dolore di Carlo Emilio Gadda

Nel 1950 di venta redattore dei programmi culturali della RAI e tre anni più tardi vince il Premio Viareggio con "Le novelle del Ducato in fiamme".

La fama la otterrà con "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana" inizialmente apparso su Letteratura tra il 1946 e 1947 poi uscito in volume nel 1957.

Negli anni successivi la sua fama cresce notevolmente diventando un vero modello per gli scrittori della Neoavanguardia.

Vengono pubblicate molte sue opere:  la raccolta di saggi "I viaggi e la morte" (1958) e "Verso la certosa" (1961), la raccolta di novelle "Accoppiamenti giudiziosi" (1963), "Eros e Priapo" (1967), "La meccanica" (1970), "Novella seconda" (1971).

Malgrado l'alta considerazione ed il successo (forse tardivo), continua a vivere nel dolore e nella tristezza che lo hanno accompagnato tutta la vita, come l'ombra della morte di suo padre.

Muore, solo, a Roma il 21 Maggio 1973.


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