foto pinacoteca di brera milano

Pinacoteca Brera a Milano

Storia dell'Edificio

Il palazzo, sorto su di un antico convento del trecento assunse l'aspetto solido e austero dall'inizio del Seicento ad opera dell'Arch. Francesco Maria Ricchini.

Nel 1773 divenne sede di alcuni istituti culturali della città: l'Accademia di Belle Arti, ll'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, la Biblioteca Nazionale Braidense, l'Osservatorio Astronomico e l'Orto Botanico; progettazione e lavori furono eseguiti da Giuseppe Piermarini, uno dei protagonisti del Neoclassicismo.

E' opera sua la sistemazione della biblioteca (un salone è visibile dalla sala I della Pinacoteca), il solenne portale di ingresso su via Brera, ed il completamento del cortile dove troneggia dal 1859 la statua bronzea che raffigura Napoleone in veste di Marte pacificatore, fusa a Roma su modello di Antonio Canova

Nel corso del XIX secolo, logge, cortili, atri e corridoi furono destinati ad ospitare monumenti che celebrassero artisti, benefattori, uomini di cultura e di scienza legati all'istituzione braidense.

Tra gli esempi migliori di questo ricchissimo e poco conosciuto arredo sono i monumenti a Cesare Beccaria di Pompeo Marchesi ed a Giuseppe Parini di Gaetano Monti, visibili sullo scalone di accesso alla Pinacoteca.

Visita alla Pinacoteca di Brera

Ingresso della Pinacoteca Brera

Pinacoteca Brera Milano - prima e dopo il restauro

Il Museo è raggiungibile con i mezzi pubblici:
Tram: 1-4-8-12-14-27
Bus: 61-97
MM: linea 2 (Lanza)- linea 3 (Montenapoleone).
Orario di apertura:
h 8.30-19.15 dal martedì alla domenica
(la biglietteria chiude 45 minuti prima).
Chiuso il lunedì, 1 gennaio, 1 maggio e 25 dicembre.

Prenotazioni: tel. 02 92 800 361

Audioguide:
 (disponibili in Italiano, Inglese, Francese, Spagnolo, Tedesco)
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La storia della Pinacoteca

Pinacoteca Brera Milano - Orologio del 1743

Durante il periodo Napoleonico, Milano divenne capitale del Regno Italico e Napoleone, volle trasformare il palazzo in un museo dove intendeva esporre i dipinti più significativi provenienti da tutti i territori conquistati dalle armate francesi.

Dai primi anni dell'Ottocento, anche in seguito alla soppressione di molti ordini religiosi, vi confluirono i dipinti requisiti da chiese e conventi lombardi e poi dalle varie regioni per il proseguire delle spogliazioni di edifici religiosi.

Si spiega così la presenza di grandi tele con soggetti religiosi; solo in seguito la pinacoteca acquisì opere d'altro genere.

Pinacoteca di Brera - Le Collezioni

Pinacoteca Brera Milano - Raffaello Sanzio

La Pinacoteca di Brera quando venne istituita, aveva precise finalità didattiche e si affiancò all'Accademia di Belle Arti.

Grazie alla iniziativa di Giuseppe Bossi, segretario dell'Accademia dal 1801, le collezioni della Pinacoteca si arricchirono tanto da permettere l'esposizione di una serie di ritratti ed autoritratti di pittori.

Quando Milano divenne capitale del Regno d'Italia (1805), confluirono nella Pinacoteca i più importanti dipinti requisiti dalla chiese delle regioni conquistate dagli eserciti napoleonici.

Giunsero così a Brera opere dal Veneto, dall'Emilia Romagna e dalle Marche che si aggiunsero agli affreschi staccati dalle chiese milanesi e lombarde di autori quali Bernardino Luini, Gaudenzio Ferrari, Vincenzo Foppa, Bergognone e Bramantino, dando così origine ad una delle maggiori raccolte di tale genere.

Per rimediare alla vistosa assenza di opere pittori famosi, Napoleone impose uno scambio di ventitré opere con il Museo del Louvre e arrivarono a Brera cinque dipinti di Rubens, Joardens, Van Dyck e Rembrandt a rappresentare la Scuola Fiamminga del XVII secolo.

Le acquisizioni dopo il 1815

Pinacoteca Brera Milano - Madonna del Mantegna

Dopo la caduta di Napoleone la crescita delle collezioni della Pinacoteca continuò a ritmo costante grazie soprattutto a lasciti, doni, cambi e acquisti, come il Cristo morto del Mantegna, acquistato nel 1824 e la Madonna del Roseto di Luini nel 1826).

Lasciti ed acquisti proseguirono fino alla seconda guerra mondiale, portando in Pinacoteca importanti opere di Correggio, Pietro Longhi, Piazzetta, Tiepolo, Canaletto e Fattori, nonché la Cena in Emmaus di Caravaggio e il Pergolato di Silvestro Lega, acquistati grazie all'Associazione Amici di Brera e dei Musei milanesi.

I bombardamenti che colpirono Milano nel 1943 danneggiarono pesantemente il palazzo di Brera, i saloni Napoleonici furono completamente distrutti, ma la Pinacoteca, fu in grado di riproporre le sue opere con un nuovo allestimento di Pietro Portaluppi, nel 1950.

Negli anni Settanta la straordinaria donazione di Emilio e Maria Jesi, portarono alla Pinacoteca opere dei maggiori artisti del primo Novecento, fra cui Boccioni, Braque, Carrà, De Pisis, Marino Marini, Modigliani e Morandi.

Percorso di Visita alle XXXVIII sale di Brera

Pinacoteca Brera Milano - Planimetria

La visita inizia nella lunga Galleria, la Sala I dove sono esposti ben otto quadri di Donato Bramante e altri otti di Bernardino Luini.

Nella prima Sala sulla sinistra chiamata Sala IA, sono esposti affreschi strappati del Maestro di Mocchirolo collaboratore di Giotto in Santa Croce a Firenze in cui sono ben avvertibili alcune caratteristiche dell'arte giottesca: senso spiccato per la forma e per le masse, attenzione al dato realistico e alle espressioni, chiarezza espositiva e coerenza narrativa.

Pinacoteca Brera - Sala I

Nella Prima sala si possono ammirare otto affreschi del Bramante ed altrettanti di Bernardino Luini.
Pinacoteca Brera Milano - Bramante

Questi ultimo decoravano in un amplio ciclo vari ambienti di Villa Pelucca commissionati al Luini dalla Famiglia Rabia.

Fra il 1520 e il 1525 Luini affrescò quattro stanze della villa con soggetti mitologici, biblici, scene di vita campestre e la cappella, decorata con una sinopia raffigurante Santa Caterina deposta nella tomba dagli angeli.

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Pinacoteca Brera - Sala IA

Pinacoteca Brera Milano - Cappella del Mocchirolo

Questa sala raccoglie dipinti commissionati dai Visconti nel quarto decennio del Trecento, quando a Milano era presente Giotto ed i suoi aiutanti.

Sul lato sinistro del corridoio che dà l'accesso alla Pinacoteca di Brera, è stata ricostruita la cappella del Mocchirolo (vedi foto a fianco), completa degli affreschi in cui sono ben avvertibili alcune caratteristiche dell'arte giottesca: senso spiccato per la forma e per le masse, attenzione al dato realistico e alle espressioni, chiarezza espositiva e coerenza narrativa.

Monumento che documenta, coi suoi affreschi stupendamente conservati, le tendenze dell'arte lombarda poco dopo la metà del Trecento, della evoluzione del realismo giottesco verso gli stilemi del Gotico Internazionale, come si può notare dalla raffigurazione del committente e della sua famiglia sul lato destro della cappella.

Pinacoteca Brera - Sala II, III, IV

Pinacoteca Brera Milano - Polittico di Lorenzo Veneziano

Gli affreschi esposti in queste sale, illustrano in modo lacunoso, ma significativo, lo sviluppo della pittura italiana dell'area settentrionale, dalla fine del XIII secolo all'affermazione del cosiddetto Gotico Internazionale.

In esse sono raccolte immagini sacre, per lo più frammenti di insiemi più grandi, che ornavano in quei secoli gli altari con architetture rutilanti d'oro e ricche di colori che racchiudevano e presentavano all'adorazione dei fedeli le immagini divine o illustravano la storia dei personaggi sacri.

Pinacoteca Brera - Sala V

Pinacoteca Brera Milano - Lazzaro Bastiani

I dipinti di questa sala furono prodotti nell'arco di una settantina d'anni a partire dalla metà del Quattrocento quando Venezia aveva affermato il proprio dominio politico anche sulla terraferma, garantendo però la conservazione delle caratteristiche culturali delle singole province.

Per questo la Pittura Veneta in tutta la seconda metà del XV secolo e fino ai primi decenni del successivo, offre un panorama diversificato nella realizzazione e applicazione delle novità figurative nate a Firenze a inizio secolo, ma elaborate e diffuse prima attraverso Padova e poi dalla stessa Venezia.

Pinacoteca Brera - Sala VI

Pinacoteca Brera Milano - La Pietà di Bernini

Le opere di Mantegna e Bellini, riunite fianco a fianco in questa sala, sono il meglio della Pinacoteca e i dipinti più conosciuti.

Attorno a essi sono radunate opere che rappresentano la pittura lagunare tra Quattrocento e Cinquecento.

Le opere esposte documentano l'influenza dei pittori fiamminghi nel precoce utilizzo della pittura a olio, che, a differenza con le altre tecniche consentiva al pittore di raggiungere straordinari effetti di morbidezza attraverso velature brillanti e trasparenti.

Pinacoteca Brera - Sala VIII

Pinacoteca Brera Milano - Sala dei Ritrattii

In questa sala è raccolta una ricca collezione di ritratti e autoritratti.

Questa collezione fu concepita, secondo la dichiarata intenzione del fondatore, quale stimolo e incentivo ad una ricognizione storica sugli antichi maestri della scuola milanese.

Di Tiziano è presente in questa sala uno stupendo naturale ritratto ricalcato sul modello dei suoi ritratti più aulici.

Del veneziano Lorenzo Lotto da ammirare il Ritratto di gentiluomo anziano coi guanti, uno dei capolavori dell'artista, al quale si devono anche i due ritratti di Laura da Pola e di Febo da Brescia, unico esempio finora conosciuto di ritratti en pendant eseguiti dall'artista.

Pinacoteca Brera - Sala IX

Questa sala è dedicata al massimo splendore della pittura veneta cinquecentesca dove, accanto a Tiziano, Lorenzo Lotto, Jacopo Bassano, primeggiano Paolo Veronese e Jacopo Tintoretto.

Pinacoteca Brera - Sala X

Il lungo ambiente, ospita la donazione Jesi che con le sue 12 sculture e i 68 dipinti si presenta come una delle più ampie, coerenti e selezionate antologie dell'arte italiana della prima metà del Novecento.

Pinacoteca Brera - Sala XI

Pinacoteca Brera Milano - Sala X - Boccioni

L'esposizione contiene la collezione Lamberto Vitali e segue una sequenza cronologica, a cominciare dalla sezione archeologica che conta opere come i vasi Naqata, databili al IV millennio a.C., dall’elegante coloritura rosso-nera, gli idoletti in pietra calcarea di arte cicladica, i diademi a nastro e le coperture per la bocca dei defunti, oltre ai ritratti del Fayum.

Pinacoteca Brera - Sala XIII

Sala XIII - Fanciulle al bagno 1520: Bernardino Luini

Qui è stata ricreata la Cappella di San Giuseppe, già in Santa Maria della Pace a Milano con gli affreschi di Bernardino Luini attentamente restaurati, comprendenti le Storie della Vergine e di san Giuseppe e la volta con figure angeliche.

Pinacoteca Brera - Sala XIV

La sala presenta opere di decisa impronta veneziana, che si rifanno sia a Giorgione sia a Tiziano, come quelle del bergamasco Cariani, del trevigiano Paris Bordon, del veronese Bonifazio de' Pitati (Bonifacio Veronese), dei bresciani Romanino, Moretto, Savoldo e del bergamasco Giovan Battista Moroni, dove il linguaggio e il colorismo veneziano acquistano cadenze e inflessioni più diversificate.

Pinacoteca Brera - Sala XV

Ultimo dei quattro saloni napoleonici ospita la raccolta di polittici, pale d'altare e affreschi staccati che offrono un'ampia panoramica della pittura a Milano e in Lombardia fra l'ultimo quarto del Quattrocento e la prima metà del Cinquecento.

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